Cavalli clonati: macchine per vincere o progresso?

La decisione della Fei (Federazione Equestre internazionale) di permettere ai cavalli clonati e ai loro figli di concorrere alle competizioni sportive internazionali è stata definita dal corriere della sera una “svolta storica nel mondo dell’equitazione”. Clonare un cavallo significa creare ex novo un essere vivente che possiede le stesse informazioni genetiche dell’organismo di partenza tramite una manipolazione genetica.

Mary Chapot, amazzone olimpica e attualmente allevatrice in New Jersey,  possiede Gemini, uno dei due cloni del purosangue americano Gem Twist (saltatore alle Olimpiadi di Seul). Va sottolineato che Gem Twist era un castrone pertanto non poteva procreare; la sua linea di sangue sarebbe andata perduta se non si fosse intervenuto con una procedura di manipolazione genetica. Gemini ha generato sei puledri e con la nuova sentenza della Federazione, se tra di loro dovesse esserci un campione, potrebbe essere ammesso alle competizioni olimpiche. La stessa Chapot ammette che è troppo presto per fare previsioni in quanto i puledri non sono stati ancora svezzati dalle madri e devono passare 4-5 anni prima che possano cominciare a competere e devono averne compiuto 9 per potersi qualificare alle Olimpiadi.

I dubbi non mancano. Il tutto può far pensare ad una “macchina”  ottenuta tramite una manipolazione genetica a scapito della unicità. Ma la manipolazione dei geni può essere sufficiente per replicare le prestazioni di un grande campione?

A tal proposito il Dr. Graeme Cooke, direttore veterinario della Federazione, ha affermato che al momento del divieto si conosceva ben poco sulla clonazione mentre ora si è a conoscenza che il clone è solo un 98 per cento della copia originale.

Il Dr. Cooke ha sottolineato che

“l’ambiente materno, la formazione, l’abilità del cavaliere e la relazione che il cavallo instaura con quest’ultimo ha un forte impatto sul cavallo competitivo. Inoltre – ha aggiunto –  la presenza di così tante variabili non può  provocare dei vantaggi ingiusti impedendo che le competizioni si svolgano in modo equo”.

La Fei ha anche annunciato che continuerà a monitorare le ricerche sulla clonazione in modo da garantire sempre e comunque il benessere dei cavalli.

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