cavallo inciampa

Cosa deve fare il cavaliere se il cavallo inciampa

Quando un cavallo inciampa non c’è molto tempo per pensare a cosa e come fare per restare in sella. Quale assetto deve avere il cavaliere?

Tutti i cavalli inciampano di tanto in tanto senza una ragione apparente, proprio come noi. Di solito riescono a ritrovare l’equilibrio. Il loro movimento è così veloce che il nostro cervello non ha il tempo di rendersi conto di cosa sia successo. La maggior parte delle volte il piccolo inconveniente porta a una risata.

Forse l’inciampo passa inosservato perché si è accumulato una discreta esperienza equestre e l’evento viene elaborato in modo automatico dalla colonna vertebrale, proprio come camminare o correre sulle proprie gambe. Se ci pensate, quando inciampiamo da soli, non ci fermiamo a ragionare da che parte dobbiamo piegarci per riprendere l’equilibrio, lo facciamo automaticamente. Lo stesso vale in equitazione.

In realtà inciampare può essere un momento allarmante, anche per un cavaliere esperto. Quando accade all’improvviso, c’è un rischio molto alto di piegarsi in avanti e scendere sul collo del cavallo. L’istinto ci dice di cercare di riprendere l’equilibrio con le mani, tirando le redini.

Cercare di bilanciarsi con le mani è sbagliato. L‘equilibrio non dipende dalle mani, altrimenti impediranno al cavallo di usare l’incollatura.

Quando un cavallo inciampa e va a testa in giù, non dovrebbe trascinare il suo cavaliere in avanti. Se siete rigidi in sella e cercate di usare solo la forza per mantenere un buon assetto, allora non sarete mai in grado di assecondare i movimenti del cavallo e mantenere l’equilibrio in caso di movimenti improvvisi.

Quando tenete le redini, le vostre mani devono essere morbide ed elastiche (rilassate). L’unica pressione dovrebbe provenire dal pollice che va tenuto in alto e piegato sopra la redine in uscita. Le vostre braccia, specialmente dal gomito alla spalla, dovrebbero essere un prolungamento delle redini, una sorta di elastico che cede e trattiene il movimento della testa del cavallo, mantenendo una pressione uniforme.

Quindi, se il cavallo inciampa, le vostre mani non devono tirare le redini e, se necessario, dovreste lasciarle scivolare tra le dita. Il busto non deve essere portato troppo indietro. È più utile mantenere un assetto neutro. Le gambe restano sempre sui fianchi del cavallo e la pianta del piede parallela al suolo. L’obiettivo è mantenere il centro di equilibrio esattamente dove era prima dell’inciampo.

L’unica possibilità che ha un cavallo di riprendere il controllo delle sue gambe, spiega Piero Santini nel suo manuale “Principi Fodamentali del sistema naturale”, «è che il suo cavaliere si astenga da ogni iniziativa, rimanga perfettamente immobile e dia tutta la redine che può».

C’è poco altro da fare quando si sente il proprio cavallo andare e il terreno si avvicina con una velocità spaventosa per colpirci in faccia. Questa è assolutamente l’unica via da seguire, poiché sono più gli incidenti gravi attribuibili a un aiuto mal concepito che a qualsiasi altra causa. Per quanto riguarda la teoria del “tirare su”, si è ormai dimostrata troppo ridicola per meritare una discussione. Non è possibile sollevare qualcosa con cui stiamo cadendo.

Perché un cavallo dovrebbe essere lasciato a se stesso quando sta cercando di ritrovare il suo equilibrio e la sua andatura? Perché, come è già stato più volte affermato, può farlo solo usando la testa e il collo.

Molti inciampi innocui sarebbero rimasti tali, se non fossero state tirate le redini nel momento critico trasformandoli in una vera e propria capriola. Piero Santini, Principi Fondamentali del Sistema Naturale, Zoraide editore, 2021, pp123-124

Se avete l’occasione di vedere cavalieri esperti durante un inciampo, solo in apparenza il busto si inclina indietro rispetto al cavallo, in realtà mantengono il baricentro disturbando il meno possibile il cavallo.

Un cavallo può inciampare per tanti motivi: inesperienza, distrazione, ferratura difettosa, a causa del suo cavaliere. Se il vostro cavallo inciampa frequentemente e se ha difficoltà a ritrovare l’equilibrio, il problema non è banale. Quindi dovete scoprire cosa c’è che non va. Potrebbero esserci seri problemi fisici come danni alle articolazioni, ai muscoli e ai nervi.

Nella maggior parte dei casi, veterinario, maniscalco e addestratore devono lavorare insieme. È importante ricordare che gli incidenti accadono anche se il cavallo è in forma e ben addestrato, ma se avete dubbi sulla sua salute, consultate sempre il vostro veterinario.

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Principi Fondamentali del Sistema Naturale
di Piero Santini

Piero Santini

Principi Fondamentali del Sistema Naturale di Piero Santini, discepolo del capitano Federico Caprilli, maggiore della cavalleria italiana, è un manuale che promuove il rivoluzionario Sistema Naturale di Equitazione di Caprilli. In questo testo, un classico della letteratura equestre, Santini, con un linguaggio semplice e dettagliato, introduce, spiega e promuove il Metodo Italiano e l’assetto in avanti. Si rivolge sia ai cavalieri principianti che ai cavalieri esperti e agli istruttori. I primi saranno aiutati a fissare i principi di base prima di prendere qualsiasi parte attiva in un campo all’aperto o in una competizione. I cavalieri esperti troveranno in queste pagine molti contenuti e spunti di riflessione per migliorare la loro tecnica. Gli istruttori, che, a beneficio dei loro allievi, desiderano condensare e semplificare i concetti di base dell’equitazione all’aperto e del sistema naturale, ne trarranno una risorsa incredibile. Il testo è arricchito da numerose fotografie, disegni e diagrammi.

Piero Santini (1881-1960). Cavaliere di grande esperienza e reputazione internazionale, fu un autore molto rispettato. Espose per la prima volta in lingua inglese, il rivoluzionario “sistema di equitazione naturale”. Ciò gli portò una fama immediata. Di padre italiano e madre americana, Santini parlava e scriveva inglese come seconda lingua. Tra le sue opere si annoverano 5 libri, tra cui “Learning to Ride”, “The Forward Impulse” e “Riding Reflections”. Ha inoltre tradotto e curato gli articoli di Caprilli.

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