giochi per cavalli

Giochi per cavalli: solo divertimento o vera scuola?

Giochi per cavalli: esercizi utili o solo show? Un’analisi tra addestramento, benessere mentale e falsi miti da tutorial.

Salire su una pedana non è proprio il sogno di un cavallo selvatico. Eppure lo si vede sempre più spesso nei maneggi, nei paddock, nei reel su Instagram. Cavalli che si arrampicano fieri su oggetti instabili, eseguono inchini, spingono palle giganti o aprono cancelli.
Giochi per cavalli, li chiamano. Ma sono davvero solo un passatempo?

In un’epoca dove l’addestramento passa (anche) da YouTube, molti si avvicinano al mondo degli esercizi con il cavallo partendo da video tutorial. Ed è qui che nasce il primo fraintendimento: quello che vedi in tre minuti, in realtà è il risultato di settimane di lavoro. E spesso di un montaggio ben fatto.

Cosa sono, davvero, i giochi per cavalli?

Chiamarli “giochi” fa pensare a qualcosa di leggero, accessorio. Ma questi esercizi — come salire su una pedana — possono avere una funzione molto più profonda. Allenano la fiducia, la propriocezione, la risposta al linguaggio del corpo, e soprattutto, rompono la routine.
Il cavallo non gioca per passare il tempo: lo fa perché capisce, perché si sente al sicuro, e perché il gioco diventa comunicazione.

È importante capire questo: un esercizio come il piedistallo richiede che il cavallo superi un istinto, quello di evitare superfici instabili. Per riuscirci, deve fidarsi. E per fidarsi, deve leggere correttamente chi lo guida.

Tutorial: fonte d’ispirazione, non Bibbia.

I tutorial online sono uno strumento straordinario — se usati con giudizio. Offrono idee, tecniche, approcci. Ma non raccontano mai tutto.
La fatica, i momenti di stallo, le piccole crisi di comunicazione vengono tagliati. Non c’è niente di male in questo, ma chi guarda deve saperlo. Il rischio è credere che se il proprio cavallo “non fa quello che fa il cavallo del video”, allora c’è un problema.
Spoiler: non c’è un problema. C’è solo bisogno di tempo.
O, in alcuni casi, di un addestratore esperto.

Giochi per cavalli: anche la mente vuole la sua parte

Il corpo del cavallo si allena con il movimento. La sua mente, con la novità. Chiedere a un cavallo di salire su un piedistallo, di passare tra due barriere, di toccare un target, è un modo per stimolare il ragionamento, l’attenzione e la fiducia reciproca.

Non è spettacolo fine a se stesso. È un lavoro sulla comunicazione. È un test di relazione. È un’occasione per osservare:
“Mi segue perché ha capito o perché lo spingo?”
“Si fida o sta solo evitando il fastidio della frusta?”
Le risposte stanno nel modo in cui fa l’esercizio, non solo nel fatto che lo fa.

Anche spezzare la routine può essere una forma di cura

Certo, i giochi per cavalli servono anche a rompere la monotonia. E questo è tutt’altro che secondario. La noia cronica è una delle principali fonti di stress nei cavalli che vivono in ambienti domestici.
Un gioco ben pensato è uno stimolo positivo, non un capriccio umano.
Ma deve essere scelto con criterio. Non si tratta di intrattenere il cavallo come fosse un cane con la palla. Si tratta di proporgli una sfida compatibile con il suo livello, il suo carattere, e le sue esperienze pregresse.

Giocare, sì. Ma con intelligenza

I giochi per cavalli non sono un vezzo. Se eseguiti bene, sono strumenti di crescita, dialogo e benessere.
Ma proprio per questo vanno affrontati con serietà.
Chi guarda un video e pensa “ora lo faccio anch’io” si trova spesso a metà esercizio con un cavallo confuso e un senso di frustrazione crescente.

Quindi giocate. Ma fatelo con testa, cuore e – quando serve – un bravo istruttore.

Perché tra “trucchetti da Instagram” e “esercizi di fiducia”, la differenza non la fa il piedistallo.
La fate voi.

 

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