Il gioco dei cavalli non serve solo a scaricare energia: racconta molto del carattere. Osservarlo rivela segreti del comportamento.
I cavalli giocano davvero? Cosa hanno in comune un puledro che salta addosso alla madre, uno stallone che finge una carica contro un rivale e un cavallo annoiato che spinge all’infinito una palla di gomma? Tutti stanno giocando. O almeno, così ci sembra.
Ma siamo sicuri che i cavalli giochino davvero come lo intendiamo noi? E soprattutto: perché lo fanno?
Il gioco come laboratorio di etologia equina
Per lungo tempo, il gioco dei cavalli è stato considerato poco più che un “sfogo di energia”. La realtà è molto più ricca: dietro c’è un insieme di funzioni legate al benessere psicofisico, alla comunicazione equina e persino alla definizione delle gerarchie sociali.
Osservare un cavallo che gioca significa leggere un capitolo del suo diario segreto: rivela carattere, stati d’animo e inclinazioni.
Gioco fisico: il corpo che esplode
Un cavallo tenuto in box per due giorni e poi lasciato libero al pascolo è la perfetta dimostrazione di quanto il gioco possa essere spettacolare. Scarti improvvisi, impennate, scalcetti nell’aria.
Non c’è uno scopo preciso, ma questo comportamento è tutt’altro che inutile: serve a mantenere in forma muscoli, agilità e capacità di reazione. In altre parole, è una palestra naturale condita da pura gioia di vivere.
Gioco sociale: la diplomazia dei morsi
I cavalli non hanno tavoli da poker né console, ma hanno i loro rituali. Un morso leggero, una rincorsa improvvisa, una finta carica.
Nei puledri, questo è un tirocinio indispensabile: imparano a gestire confini, alleanze e dinamiche di branco. Negli adulti diventa un codice sottile di comunicazione equina. Accettare il gioco significa fiducia, rifiutarlo significa stabilire distanza.
Giocare con gli oggetti: tra curiosità e noia
Non tutti i cavalli hanno la fortuna di vivere sempre al pascolo. Ecco allora che arrivano i toys per cavalli: palle giganti, corde, distributori di cibo.
Alcuni animali li spingono e li calciando come bambini entusiasti al parco giochi, altri li guardano con la stessa passione riservata a un sasso. Qui entra in scena l’individualità: non tutti i cavalli amano gli stessi giochi, e forzare l’interesse non ha senso.
Il gioco con l’uomo: tra addestramento e complicità
Esiste un aspetto affascinante e spesso sottovalutato: il gioco come ponte tra cavallo e proprietario. Non parliamo di “trucchi da circo”, ma di attività ludiche che rafforzano la relazione cavallo-uomo.
Un esercizio trasformato in gioco diventa un’esperienza positiva, capace di generare fiducia e collaborazione. È qui che il gioco esce dal recinto della semplice distrazione e diventa strumento educativo.
Perché osservare il gioco del cavallo è rivelatore
Ogni cavallo ha un carattere unico: chi ama provocare, chi preferisce la discrezione, chi cerca interazioni continue e chi ama la solitudine.
Osservare come gioca e con chi gioca è un indizio prezioso:
- un cavallo dominante userà il gioco per affermarsi;
- uno insicuro potrebbe evitarlo;
- un soggetto equilibrato lo userà come collante sociale.
Per chi si occupa di addestramento o gestione, queste osservazioni valgono più di molte schede tecniche.
Cosa ci dicono i cavalli che giocano
Guardare un cavallo che gioca è molto più che un passatempo: è una finestra aperta sul suo mondo interiore.
Forse il punto è semplice: i cavalli giocano perché sono vivi. E noi possiamo capirli meglio se impariamo a prenderli sul serio… anche quando sembrano non prenderlo affatto.
La prossima volta che il tuo cavallo calcia una palla o rincorre un compagno al galoppo, chiediti: sta solo divertendosi, o mi sta raccontando qualcosa che non ho ancora colto?


