La formazione del giovane cavallo non è una lotta ma un dialogo. Lezione di Baucher su rispetto, psicologia equina e progresso naturale.
“Il giovane cavallo, in libertà, essendo abituato a regolare egli stesso i propri movimenti, si sottometterà con difficoltà alla strana influenza che vorrà prenderne il controllo.” – François Baucher
Cosa succede nella mente di un giovane cavallo quando incontra per la prima volta l’essere umano che desidera guidarlo? Non basta salire in sella e “insegnare”. Prima ancora della tecnica, serve un principio: capire la sua natura. Ed è da qui che parte François Baucher, figura controversa ma centrale dell’equitazione classica francese, nella sua analisi della formazione del giovane cavallo.
Una lezione che viene dalla Natura
Nel suo testo “La seconda maniera”, Baucher si sofferma sulla prima fase dell’addestramento, quella in cui il cavallo giovane si trova a confrontarsi con qualcosa di mai sperimentato: la perdita (parziale) dell’autonomia nei propri movimenti.
Chiunque abbia lavorato con puledri sa quanto questo momento sia delicato. La resistenza non è capriccio: è difesa, istinto, identità. Per questo Baucher afferma che il cavaliere deve entrare in scena con “energia, pazienza e, soprattutto, conoscenze approfondite della natura del cavallo”.
Ed è proprio su questo punto che, spiega Massimo Basili, interviene un noto allievo di Baucher, il generale Alexis L’Hotte, con parole che suonano come un manifesto:
“La natura è il primo maestro. Il suo libro è il più giusto, il più sapiente dei libri, il più utile da consultare.”
Non esiste manuale che possa sostituire l’osservazione diretta dell’animale. L’esperienza sul campo, lo studio della psicologia equina, la capacità di cogliere segnali minimi di tensione o fiducia: tutto parte da lì.
La resistenza iniziale: una fase inevitabile
Nel descrivere il percorso del cavallo giovane, Baucher parla di “lotta”. Ma attenzione: non si tratta di una lotta violenta. È piuttosto un confronto tra due esseri con linguaggi diversi. E il compito del cavaliere è tradurre, non imporre.
“È necessario che egli porti la sua attenzione sulle forze dell’animale”, scrive, sottolineando l’importanza di capire dove e perché il cavallo si contrae. Solo riconoscendo le tensioni fisiche e le resistenze mentali si può iniziare un vero lavoro di costruzione, rispettoso e duraturo.
Addestrare secondo natura: un progresso più rapido
C’è un momento chiave nel pensiero di Baucher: quando afferma che il progresso del puledro dipende direttamente dal rispetto della sua natura.
“Quando saprà tutto ciò, procederà con il suo allievo per mezzo di procedimenti secondo la sua natura, e allora i suoi progressi saranno rapidi.”
È un’affermazione che ribalta un certo modo autoritario e affrettato di fare equitazione. Il cavallo non è una macchina da “correggere”, ma un partner da ascoltare. Forzarlo, usare scorciatoie, vuol dire rallentare tutto e distruggere la fiducia.
Questa è una lezione cruciale, oggi più che mai, anche nel mondo dell’addestramento naturale, dell’etologia applicata, del lavoro in libertà e leggerezza. Le parole di Baucher trovano eco in molti approcci contemporanei, perché l’intelligenza del cavallo non si doma: si riconosce.
Formazione del giovane cavallo oggi: perché rileggere Baucher
Nel panorama attuale, la formazione del giovane cavallo è spesso una corsa contro il tempo: conduzione a redini lunghe, prime uscite in maneggio, lavoro in piano. Ma chi conosce davvero il cavallo sa che non c’è niente di più moderno del rispetto dei suoi tempi.
Il pensiero di Baucher, soprattutto nella sua seconda fase (quella più matura e meno meccanica), offre una bussola preziosa per ogni cavaliere che voglia costruire un percorso fondato sulla comprensione, non sulla coercizione.
Ne parla nel libro “La seconda maniera”, dove Baucher racconta con sorprendente lucidità il momento in cui il cavallo giovane deve “cedere”, non per forza, ma per fiducia.
Il talento vero? Capire prima di chiedere
Chi addestra un cavallo giovane ha davanti a sé una responsabilità enorme: plasmare un futuro partner senza spegnerne la vitalità. E questo si può fare solo se si accetta di essere allievi della natura prima che maestri in campo.
In fondo, la domanda è semplice: vuoi che il tuo cavallo obbedisca o che collabori?
Se scegli la seconda, allora hai già iniziato a camminare al fianco di Baucher.
Libri di cavalli:
François Baucher, La Seconda Maniera, a cura di Massimo Basili, Zoraide editore, pp. 52-53
Link utili e approfondimenti
Vuoi leggere il testo originale di Baucher? Scopri “La seconda maniera” qu:
Leggi la recensione di Maria Cristina Magri per Cavallo Magazine completa: Libri di cavalli: Baucher, ‘La Seconda Maniera’
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