puledro

Puledro: un approccio non invasivo

Il puledro appena nato deve sentirsi al sicuro e amato. L’allevatore lo deve accudire insieme alla madre e non deve sosituirsi a lei.

Se la tua cavalla ha superato gli 11 mesi di gravidanza, è quasi giunto il momento. Il puledro arriverà da un giorno all’altro. Di solito la cavalle partoriscono da sole, di notte, nella tranquillità. Hanno, apparentemente, un certo controllo sul loro parto tanto che se non si sentono tranquille possono addirittura trattenere il puledro. Il travaglio e il parto, generalmente, si svolgono senza complicazioni.

Si dovrebbe fare ogni sforzo per essere presenti durante il parto. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, non si dovrà fare nulla. Si deve essere semplicemente osservatori discreti e tranquilli.

Installare un sistema di sorveglianza o usare un sistema di allarme per la nascita può salvare la vita del puledro se dovesse sorgere un problema. Purché si riconosca il problema! È consigliabile studiare diligentemente tutto ciò che si può sul parto in modo da essere in grado di riconoscere un decorso normale da un parto difficile e quindi chiamare il veterinario. Se non si sa cosa cercare, se non si cosa riconoscere non si sarà in grado di aiutare la cavalla o il suo puledro se sorgono problemi.

Quando le si rompono le acque e appare il sacco, controlla immediatamente la posizione del puledro. In un parto normale, un piede è presentato leggermente più avanti dell’altro, con le suole verso il basso. Se è in un’altra posizione, si deve immediatamente chiamare il veterinario!

È consigliabile avere il numero di telefono del dottore oltre che nei contatti del telefono anche scritto da qualche parte nelle immediate vicinanze per poter comporre il numero se, in caso di panico, non si dovesse riuscire a scorrere la rubrica dello smarthphone.

Essere sensibili e gentili

L’imprinting non è un processo invasivo. Gli allevatori che credono di poter togliere il puledro alla madre ed eseguire sul piccolo una serie di esercizi estremi di desensibilizzazione dimostrano solo la loro impreparazione sull’argomento. Il dr. Robert Miller non ha mai scritto o detto di assumere un simile atteggiamento. Al massimo, nei suoi manuali raccomanda l’aiuto di un’altra persona che possa gestire la madre, ma sempre tenendola vicino al figlio e permettendole di annusarlo e leccarlo.

L’uomo permetterà comunque alla fattrice di leccare e accudire il suo piccolo e dovrà fare grande attenzione a non compiere nessun gesto che possa in qualche modo irritare la fattrice in quanto essa potrebbe reagire aggressivamente.

Tale stato emozionale negativo sarebbe trasmesso dalla madre al puledro che rivolgerebbe, in modo più o meno stabile nel tempo, le stesse reazioni aggressive nei confronti dell’uomo, neutralizzando in parte, il processo di imprinting. (“A prima vista – Esperienze di imprinting” di Serena Cappello, Zoraide editore, p.94)

L’ imprinting deve essere un atto di amore. Gli imprinter, quelli veri, asciugano e stimolano il puledro insieme alla fattrice. Lo scopo è quello di lasciare sensazioni gradevoli al piccolo e anche alla madre. Poi si allontanano e lasciano la giusta intimità a madre e figlio.

Il puledrino poi si alzerà e cercherà la mammella della madre. È meglio dargli il tempo (fino a due ore) di trovarla da solo – la maggior parte delle cavalle cercherà di aiutare mettendosi in posizione e spingendo il puledro nella giusta direzione.

Non dominare o forzare il puledro

Come dice Pat Parelli, “prendi il tempo necessario”. Impara a conoscere il puledro con delicatezza e attenzione. Parlagli dolcemente, lodalo e non avere fretta di trattenerlo. Ogni manovra può impararla con calma, nel tempo.

Iniziare l’addestramento del puledro sin dalla nascita è sicuramente un metodo veloce ed efficace ma non è semplice e occorre una buona preparazione da parte di chi vuole intraprendere tale via. Il cavaliere deve essere dotato di molta calma e di molta sicurezza […] È addirittura meglio non occuparsi del puledro che farlo in modo improprio: se fatto correttamente l’imprinting è efficace allo stesso modo per tutte le razze e produce un puledro calmo, senza paura, amichevole, rispettoso e disposto ad imparare; se praticato male darà solo risultati scarsi e probabilmente cavalli con disturbi comportamentali. (“A prima vista – Esperienze di imprinting” di Serena Cappello, Zoraide editore, p. 24)


 

Imprint Training del puledro appena nato
Robert M. Miller

Praticare un imprinting corretto è la base per far crescere il nostro puledro sano e fiducioso nei confronti dell’essere umano. La pratica è minuziosamente descritta nel libro Imprint Training del puledro appena nato di Robert M. Miller. Il libro, pubblicato per la prima volta negli USA nel 1991, ha cambiato, in tutto il mondo, il modo di interagire con i puledri, migliorando la loro vita e quella dei loro cavalieri. Più di 200 foto vi guideranno nella formazione e nella crescita del vostro puledro.

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A prima vista – Esperienze di imprinting
Serena Cappello

A prima vista – Esperienze di imprinting nasce dall’esperienza diretta di Serena Cappello. L’autrice, studiosa di psicologia equina ed etologia si è dedicata allo studio e al perfezionamento di un approccio precoce al puledro. A prima vista presenta in modo semplice, ed accessibile a tutti, le fondamentali regole per un approccio sano e rispettoso dei puledri, descrive nel dettaglio l’imprinting e i suoi effetti raccontando le storie di vita vissuta di due muli e di due cavalli e dei loro cavalieri. Un libro che spiega la validità di tale intervento e i suoi vantaggi.

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Imprinting e training precoce nel puledro
Alice Calmasini

Con “Imprinting e training precoce nel puledro” di Alice Calmasini, Zoraide editore lancia una nuova serie di libri in REALTA’ AUMENTATA.

Imprinting e Training precoce nel puledro” è una storia di passione e di tenerezza, di umiltà e di rispetto verso i cavalli e in particolare verso un momento delicato quale è quello della nascita. Alice Calmasini da un lato espone la procedura “Imprint Training” ideata dal dr. Robert M. Miller dandone una lettura critica e disincantata cogliendo la reale volontà del veterinario americano. Dall’altro valuta in modo oggettivo se veramente i principi del metodo sono efficaci.

L’autrice, frequentando il corso per imprinter tenuto dalla dr. Serena Cappello e dall’addestratore/istruttore Lucio Cetra, ha applicato lei stessa la tecnica, apprendendo cosa significhi seguire la gravidanza delle cavalle ed essere presente al momento del parto. La sua esperienza è significativa da due punti di vista: allevatoriale/sportivo ed emotivo. La dr. Calmasini ha individuato alcuni dei possibili risvolti positivi che la procedura, se opportunamente studiata e approfondita, può dare in ogni ambito del mondo equestre, e ne ha messo in luce anche i punti deboli suggerendo una variante del metodo.

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