Esercizi equitazione: cavalletti al galoppo

Ritmo, non forza: il vero segreto dell’allenamento al salto ostacoli

Nell’allenamento al salto ostacoli si parla spesso di forza, ma il vero fattore decisivo è un altro. Esercizi semplici insegnano più di quelli alti.

Nell’allenamento al salto ostacoli si parla spesso di forza, ma il vero fattore decisivo è il ritmo. Ecco perché esercizi semplici come il salto in circolo insegnano molto più dell’altezza delle barriere.

“L’altezza è solo un numero. Il ritmo è una conversazione.”

Chiedilo a qualsiasi cavallo: la forza serve, ma il ritmo è ciò che fa la differenza tra un salto riuscito e una rincorsa caotica.
Eppure, in maneggio, quanti si allenano davvero a sentire il tempo tra un ostacolo e l’altro?
Il mondo dell’equitazione è ancora pieno di ossessioni per l’altezza, le misure, le performance. Ma è nel ritmo del galoppo, nella sua regolarità, che si gioca la vera qualità di un salto.

La falsa promessa della forza

Il cavallo non è una macchina da ostacoli. E l’allenamento al salto ostacoli non si misura solo in centimetri superati. Spingere un cavallo oltre il suo ritmo naturale, o ignorare le sue tensioni, non lo renderà più “potente”. Lo renderà solo meno disponibile.

In realtà, il salto è un gesto armonico. Richiede coordinazione, equilibrio, fiducia. E soprattutto: fluidità.

Un esercizio semplice, una lezione complessa

Nel libro Cavalletti, Reiner e Ingrid Klimke descrivono l’esercizio del salto in circolo con quattro cavalletti disposti equidistanti su una circonferenza.
Il cavallo deve mantenere la flessione interna, il galoppo costante e la traiettoria rotonda. Il cavaliere guarda sempre avanti, verso il cavalletto successivo.

Quello che sembra un semplice lavoro di base è, in realtà, una straordinaria scuola di controllo del galoppo, di gestione delle energie, di educazione reciproca.

“L’obiettivo è eseguire il circolo con lo stesso numero di falcate tra ciascuno dei cavalletti.” – Klimke

Non serve alzare l’asticella per imparare. Serve ascoltare.

Perché il ritmo è più difficile della forza

Molti cavalieri sottovalutano questo tipo di lavoro. Pensano che un esercizio con i cavalletti sia per principianti.
In realtà, mantenere un ritmo costante in circolo, con un cavallo che non accelera né rallenta, è una sfida tecnica e mentale di alto livello.

Il ritmo del salto ostacoli è difficile da costruire perché è sottile: non si vede subito, ma si sente. Richiede ascolto, autocontrollo e sensibilità.
E il bello è che ogni cavallo ha il suo: imporgliene uno “standard” è spesso controproducente.

Educare, non correggere

Il lavoro in circolo con i cavalletti educa il cavallo a trovare da solo il suo equilibrio.
L’errore comune è voler correggere continuamente: mani troppo attive, gambe che spingono, aiuti eccessivi.
Ma è nell’attesa, nella fiducia che il cavallo troverà il proprio ritmo, che si crea davvero un allenamento efficace e duraturo.

Questo approccio, presente in tutto il libro Cavalletti, mette al centro non solo il movimento ma anche il benessere del cavallo: un cavallo teso o forzato non salta meglio. Salta per difendersi.

Dalla ginnastica alla filosofia

Quattro cavalletti in circolo possono insegnare più di una gara indoor.
Possono cambiare la mentalità del cavaliere: da chi “pretende” a chi costruisce.

In un’epoca in cui si cerca sempre “di più” – più altezza, più spinta, più velocità – esercizi come questo ricordano una verità spesso ignorata: la qualità del salto nasce prima del salto stesso.

Vuoi davvero migliorare nel salto? Comincia con meno, non con più.

Non serve puntare subito agli ostacoli. Serve allenare il ritmo del cavallo, e la tua capacità di sentirlo.
Un cavaliere che sa contare le falcate con il corpo, non con la testa, ha già in mano la chiave per qualunque percorso.

Il libro “Cavalletti” di Ingrid Klimke è una lettura fondamentale per chi vuole andare oltre la tecnica. Scoprilo qui:

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