Montare un cavallo ombroso (o sull’occhio) può essere impegnativo e frustrante. Prima di decidere qualsiasi strategia o tipo di intervento per cercare di risolvere il problema è fondamentale capire il perché delle sue “irrazionali” reazioni. Poi, ci si deve armare di tanta pazienza e contestualizzare il suo comportamento. Se si pensa che i cavalli sono sopravvissuti in natura in tutti questi anni a causa della loro naturale risposta di fuga allora il tuo atteggiamento sarà più accondiscendente e il suo apparirà meno irragionevole.
Ti snerva quando il tuo cavallo si spaventa dallo stesso oggetto che ha visto due minuti prima? Forse la risposta sta nella “teoria dell’occhio dominante“. La maggior parte di noi (inclusi i cavalli) hanno un occhio dominante. Per scoprire quale è il tuo, tieni entrambi gli occhi aperti e punta il pollice contro un oggetto distante. Quindi, alternativamente, chiudi prima un occhio e poi l’altro. Scoprirai che quando chiudi un occhio, il tuo dito non si muove, ma quando chiudi l’altro, il dito si è spostato di lato. Ad esempio, se chiudi l’occhio destro e il dito non si muove, significa che l’occhio dominante è sinistro. L’occhio dominante potrebbe spiegare perché un cavallo tende a spaventarsi di più quando l’ipotetico pericolo percepito si trova su un determinato lato del suo corpo.
Se si puniscono i suoi atteggiamenti non si farà altro che aggiungergli dolore e disagio e confermare i suoi timori. D’altro canto, non è utile nemmeno tentare di calmarlo o cercare di incitarlo ad avere coraggio con le carezze perché si rischia solo di ricompensare e quindi rinforzare un comportamento che non si vuole rendere stabile nel tempo. Altrettanto sbagliato è obbligarlo a dirigersi in modo diretto verso l’oggetto spaventoso. L’azione non farebbe altro che accentuare la sua paura.
Innanzitutto non dobbiamo fissare l’oggetto spaventoso. Se ci si concentra su di esso, lo farà anche il cavallo. Guardiamoci, invece, intorno e stiamo all’erta rendendo ancora più salda la nostra posizione in sella per essere pronti a reagire a qualsiasi azione del cavallo. Non dimentichiamo di respirare. Se si trattiene il respiro, convinceremo il cavallo che ha buone ragioni per avere paura. A questo punto possiamo cominciare ad attirare la sua attenzione per farglielo osservare bene da una certa distanza. Poi gli possiamo chiedere di avanzare e lo lasciamo fermare affinché possa “osservare” per bene lo strano pericolo cercando di mantenerlo sempre sotto la soglia della paura. Meglio se gli si concede un po’ di redini perché molti cavalli sono claustrofobici e condurlo contro qualcosa senza via di scampo lo terrorizzerebbe. Lasciamogli, invece, il tempo di capire che non ha niente di cui temere. È un processo “lento” ma si raggiunge l’obiettivo con poche resistenze e senza traumi sia per te che per il cavallo.
se comprendi la mente del cavallo, riuscirai a prevedere il suo comportamento.
Robert M. Miller
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