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Il cavallo che non si fa toccare la testa

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Molti cavalli odiano che gli si tocchi la testa. L’atteggiamento coinvolge più attività: cure mediche, toelettatura, utilizzo dei finimenti.

È un peccato che molti cavalli, durante la toelettatura, siano timorosi e risentiti. Così, un momento che dovrebbe essere un’esperienza piacevole per cavallo e cavaliere può trasformarsi in un vero incubo.

Molte volte i cavalli, al momento di pulire la faccia, gli occhi, le orecchie e pettinare il ciuffo, alzano la testa e si sottraggono. Questo comportamento non riguarda solo la toelettatura, ma rende anche difficile mettere la cavezza o il filetto.

Da cosa scaturisce questo comportamento?

Alcuni cavalli sono diffidenti nel farsi toccare la testa o le orecchie. I cavalli non nascono con questo difetto, si tratta di una risposta di autoconservazione. Il cavallo potrebbe avere un problema fisico che gli provoca dolore, oppure sta ricordando un dolore o una brutta esperienza e non si fida di nessuno che gli tocchi la testa o certe aree della testa.

Potrebbe avere problemi ai denti e non vuole che gli si tocchi la bocca. Le zecche nelle orecchie possono causargli dolore oppure avere irritazioni e infezioni specifiche delle orecchie e non vuole che gliele si tocchi. In tal caso è necessario che il veterinario controlli le orecchie o la bocca per capire quale sia la causa del dolore e della resistenza.

I cavalli possono imparare a mettere in atto un simile comportamento per molte ragioni, come esperienze negative passate, paura o insicurezza. Alcuni non vogliono che gli si tocchi la testa, a volte solo la bocca, solo gli occhi o solo le orecchie.

La resistenza può essere iniziata durante la somministrazione di una medicina: il proprietario, frustrato, ha dovuto lottare per poterlo curare.

Qualcuno potrebbe aver maneggiato le sue orecchie in modo brusco durante l’imbrigliamento, oppure ha colpito i denti con l’imboccatura.

A volte bisogna indovinare la causa della resistenza. Se si tratta di un cavallo che avete allevato voi, se ci pensate bene, potreste ricordare quando è iniziato il problema: con un incidente o una situazione spiacevole che gli ha fatto sviluppare la paura, o con un vostro errore nel maneggiarlo.

Se si tratta di un cavallo acquistato e non si conosce la sua storia, è possibile non risalire mai alla causa del problema. A volte non si manifesta subito, poi anche un minimo dettaglio può innescare quel ricordo e farlo tornare a essere schivo. Così non si riesce a mettere le briglie senza una serie di lunghe manovre: sciogliere le cinghie, risalire lentamente dal collo al muso, cercare di gestire il cavallo che si allontana in modo costante e insistente.

Per superare questo problema, i proprietari devono fare uno sforzo paziente per far superare al cavallo l’ansia, come descritto nel libro “I misteri del cavallo” del dr. Robert Miller. Il dottore descrive come, ad esempio, da veterinario, usa metodi delicati per esaminare il cavallo e farlo sentire a proprio agio durante la visita.

Permettetemi di fare un esempio pratico. Come veterinario, ho bisogno, di solito, di alzare le palpebre di un cavallo per esaminare il colore delle mucose dell’occhio. Molti cavalli, già impauriti dal mio aspetto e dal fatto che io “odoro come un veterinario” alzano la testa oltre la mia portata − risposta evasiva. Quando ero giovane e sciocco, reagivo intraprendendo la mia azione più aggressivamente. Questo, chiaramente, aumentava la paura del mio paziente e, perciò, aumentava il suo comportamento evasivo. Ho poi imparato a rallentare (noi persone, anche se benedetti dal grande potere della ragione, non impariamo velocemente come i cavalli), mi sono fatto intimidire meno e ho cominciato ad avvicinarmi agli occhi gradualmente. Con la mano accarezzavo sempre più vicino all’occhio e se il cavallo mostrava paura, mi ritiravo e accarezzavo più lontano. Alla fine, riuscivo a maneggiare e manipolare l’occhio. Robert M. Miller, I misteri del cavallo, pp. 64-65.

Quindi dedicate ogni giorno un po’ di tempo a questo problema. Iniziate lentamente e non abbiate fretta. Tutto il lavoro fatto per alleviare le sue paure andrà perduto se, per qualsiasi motivo, dovrete lottare con lui. La volta successiva sarà più difficile, perché gli confermerete che si tratta di una manovra negativa e si rifiuterà di collaborare e dovrete ricominciare da capo.

Potrebbero essere necessari diversi giorni prima di riuscire a toccarlo dove non vuole. Il segreto è fare questo esercizio molte volte. Alla fine si riesce a portare la mano sul muso o sugli occhi o dietro le orecchie. Se si agita dovete farlo rilassare di nuovo. Non terminate mai la sessione quando è teso; continuate finché non è rilassato.

Alcuni cavalli impiegano più tempo a superare questa paura perché gli è stato inavvertitamente insegnato che se continuano a resistere, alla fine le persone si arrendono e smettono di provare a toccare la testa o le orecchie.

È importante procedere lentamente e rimanere rilassati. Non lavorate con il cavallo quando siete nervosi o avete fretta. Fate sessioni di allenamento brevi e frequenti, anche più volte al giorno. Aggiungetelo alla vostra routine di gestione quotidiana.

Il cavallo supererà più velocemente la sua paura se lo fate spesso e se non passano molte ore o giorni tra una sessione e l’altra. Aumentate la familiarità del cavallo con l’essere toccato e ampliate il suo livello di comfort in modo che possa fidarsi di voi.

Quando iniziate la sessione successiva, non iniziate da dove avete interrotto l’ultima volta. Iniziate dal punto più lontano dove si lascia maneggiare tranquillamente per raggiungere, gradualmente, il punto di fastidio. Il cavallo deve essere completamente rilassato all’inizio, non deve essere timoroso o sospettoso.

Per evitare che il cavallo diventi timoroso nei confronti della testa, muovetevi lentamente intorno alla testa. Se toccate la testa, iniziate e terminate in modo positivo. Se dovete trattare un problema agli occhi o alle orecchie abbiate un approccio paziente e sensibile in modo che non associ la manipolazione a un’esperienza negativa.

Ogni volta che lavorate con un cavallo, cercate di assicurarvi che sia a suo agio e che abbia fiducia in voi. Non fate mai qualcosa che rischierebbe di fargli perdere questa fiducia. Se si tratta di qualcosa di nuovo che non ha mai provato prima, procedete lentamente e a piccoli passi, in modo che il cavallo impari che non gli farete del male.

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Per comprendere il comportamento del cavallo

I misteri del cavallo
Robert M. Miller

È un libro che spiega ogni azione e reazione del cavallo da un punto di vista etologico, psicologico e comportamentale. Un libro di etologia? Non solo! L’originalità del testo sta nel fatto che affronta ogni azione e reazione del cavallo tenendo conto anche del comportamento dell’uomo e della sua psicologia. Chiarisce in modo semplice tutte le nozioni scientifiche dei meccanismi che entrano in gioco quando ci si relaziona con un cavallo aiutando così ad instaurare un canale di comunicazione corretto ed efficace per ambo le parti.

 

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Serena Cappello

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