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Cavallo che morde: come correggere il comportamento

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Il cavallo che morde mette in atto un comportamento molto pericoloso. Non serve punire meglio incoraggiare un comportamento appropriato.

Un cavallo incline a mordere è complicato da gestire. Il proprietario deve saper starci vicino e saper interpretare e prevedere ogni sua intenzione. È un comportamento che a volte è preceduto da un segnale di avvertimento come le orecchie appiattite, le labbra retratte, i denti scoperti e la coda in movimento. Spesso, però, gli attacchi mordaci sono improvvisi. Se è scuderizzato presso un circolo ippico è pericoloso per le altre persone e per questo motivo box e/o paddock dovrebbero avere una targa con su scritto “Attenzione! Cavallo che morde”.

Si può tentare di rieducarlo. E si parla di rieducazione perché probabilmente è un comportamento che il cavallo ha appreso. Forse un puledro o uno stallone a cui non è stato insegnato un comportamento adeguato o, peggio ancora, sono stati incoraggiati atteggiamenti apparentemente (e al loro nascere) innocui ma del tutto inopportuni.

Riaddestrare un cavallo che morde può essere impegnativo. Non serve punire. Piuttosto si può insegnare e incoraggiare un comportamento nuovo, appropriato che sostituisca il vecchio sfruttando la loro innata capacità di distraibilità.

Incoraggiare un comportamento nuovo

Per correggere o riorientare un comportamento uno strumento molto valido è il clicker.

Il clicker è un apparecchietto di plastica fornito di una linguetta metallica, pigiata la quale emette un suono tipo “click-clack”. Il suono funge da stimolo ponte ovvero, come spiega Eleonora Dordoni nel suo saggio “Principi di apprendimento”, quello «stimolo che presentato dopo che l’animale ha manifestato il comportamento desiderato e prima della ricompensa, potrebbe “riempire” l’arco temporale interposto tra questi due eventi, collegandoli.» Usare il clicker vuol dire decidere di utilizzare esclusivamente un rinforzo positivo scegliendo di modellare un comportamento dando una ricompensa al cavallo solo quando esegue un movimento o un’azione specifici. L’uso del clicker facilita l’apprendimento, minimizza la frustrazione e migliora la relazione con il proprio cavallo.

Il clicker è uno strumento di formazione estremamente potente. Naturalmente il cavallo deve prima imparare a capirne il significato. Il cavaliere, da parte sua, deve imparare a scomporre ogni comportamento in piccole parti che progressivamente si sviluppano nel comportamento complessivo finale. Quindi deve acquisire o perfezionare il suo tempismo, la sua precisione e il suo occhio. Ciò gli permetterà di “cliccare” solo, e nel momento opportuno, il comportamento corretto.

L’abilità consiste nell’impostare il lavoro in modo che il cavallo abbia successo. Dargli la possibilità di scegliere. Lasciarlo sperimentare. Lasciargli scoprire esattamente per cosa viene cliccato e quindi premiato. Questi piccoli passi sono chiamati approssimazioni. Maggiore è il numero delle fasi, più facile sarà per il cavallo imparare ciò che gli viene richiesto.

Proprio come qualsiasi metodo di lavoro con i cavalli, esiste un modo giusto e un modo sbagliato, un modo sicuro e un modo pericoloso. Una comunicazione sbagliata può avere l’effetto contrario, generare confusione e rendere il cavallo ansioso e invadente.

Ovviamente si deve essere coerenti. In ogni momento, in ogni occasione è necessario che il cavallo mantenga una distanza rispettosa e non inizi il contatto, nemmeno per strofinare la sua testa o “esplorare” le tasche.

Se il cavallo è incontrollabilmente aggressivo, sarà meglio chiedere l’aiuto di un addestratore o comportamentista equino esperto e professionista.

Prevenire è meglio che curare

L’abitudine a mordere inizia da puledri. I puledrini scoprono il mondo intorno a loro attraverso la bocca. Toccano tutto con il muso per scoprire e “assaggiare”. Ma usano le labbra anche per indicare il loro stato di estrema vulnerabilità. Quando allungano la testa e il collo e aprono ansiosamente le labbra è il loro modo di dire: “per favore non farmi male. Sono solo un piccolo indifeso”. Questi due comportamenti, se capiti e non incoraggiati, col tempo scompaiono da soli.

Purtroppo però molti proprietari probabilmente nell’intento di stabilire un contatto fisico con l’animale, consentono ai loro puledri di farsi mordicchiare le dita, i vestiti. Altri non stabiliscono una distanza di sicurezza e permettono loro di farsi prendere a calci. Ma l’atteggiamento, probabilmente, più irresponsabile è quello di insegnare al proprio cavallo a farsi annusare il viso con conseguente “bacio”.

Al puledro va insegnato presto che non è accettabile farsi toccare con la bocca. Deve imparare a mantenere una distanza rispettosa e a non iniziare alcun contatto indesiderato.

La soluzione

Qualsiasi soluzione si trovi questa non deve mai essere di natura violenta. Il motivo è presto spiegato: la violenza procura dolore ma soprattutto paura, e la sensazione di paura innalza immediatamente i livelli sierici di adrenalina. Nella vita di un cavallo l’adrenalina si innalza in ogni singola situazione di pericolo e dunque di fuga. Nessun cavallo che abbia livelli alti di adrenalina è in grado di apprendere. È fondamentale ricordarsi di rispettare la sua natura e la sua psiche, senza intercorrere nell’errore così comune di umanizzarlo o di confonderne le esigenze con le nostre o quelle dei più comuni animali domestici predatori.


Per comprendere il comportamento del cavallo

I misteri del cavallo
Robert M. Miller

È un libro che spiega ogni azione e reazione del cavallo da un punto di vista etologico, psicologico e comportamentale. Un libro di etologia? Non solo! L’originalità del testo sta nel fatto che affronta ogni azione e reazione del cavallo tenendo conto anche del comportamento dell’uomo e della sua psicologia. Chiarisce in modo semplice tutte le nozioni scientifiche dei meccanismi che entrano in gioco quando ci si relaziona con un cavallo aiutando così ad instaurare un canale di comunicazione corretto ed efficace per ambo le parti.

 

Uno dei libri di etologia più letto negli ultimi anni. Un bestseller secondo le classifiche di IBS.IT

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Per capire come apprende il cavallo

Principi di apprendimento – il ruolo del rinforzo positivo
di Eleonora Dordoni

Principale obiettivo di questo lavoro è quello di mettere in evidenza il valore delle teorie dell’apprendimento nell’addestramento del cavallo. Al giorno d’oggi la scienza, grazie ai suoi importanti progressi, può aiutare a capire il modo in cui i cavalli pensano e reagiscono ai diversi stimoli. Il saggio analizza dettagliatamente le tecniche del rinforzo positivo e illustra i vantaggi dell’utilizzo del clicker training nel lavoro con i cavalli.

La prefazione del prof. Antonio Lucio Catalano (già Presidente del Corso di Laurea in Scienze e Tecniche Equine della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Parma)  apre il volume. Nell’introduzione il dr. Angelo Telatin  sottolinea che «questo libro contribuisce, grazie a molti esempi e a una filosofia di base, a ridurre il gap tra psicologia dell’ap­prendimento e addestramento […] Eleonora Dordoni è stata in grado, grazie alla sua abilità di tradurre in un linguaggio accessibile concetti complessi, di fare una sintesi accurata e intuitiva di cosa sia la psicologia dell’apprendimento».

Le splendide foto scattate da Giulia Basaglia impreziosiscono il volume e contribuiscono a rendere ancora più piacevole la sua lettura. Fotografa, grafica pubblicitaria e web designer, Giulia Basaglia è specializzata in fotografia equestre. Per lei riuscire a catturare il fascino dei cavalli ed esaltarne la bellezza è una vera e propria sfida con me stessa.

Questo libro permetterà al lettore di approfondire i concetti della psicologia dell’apprendimento e di acquisire nuove capacità per interagire in modo corretto con il proprio cavallo.

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Serena Cappello

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