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Le passeggiate a cavallo: regole e buon senso

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Le passeggiate a cavallo sono divertenti. Perché tutto si svolga serenamente e in sicurezza è meglio documentarsi sulle regole da seguire.

Le uscite a cavallo sono una delle attività più divertenti dell’equitazione. Si esce a cavallo per diversi motivi. Si fanno le passeggiate per completare la formazione del cavallo, in alcuni casi sono parte integrante della formazione del cavaliere. Spesso si esce dal maneggio per spezzare la routine dell’allenamento, la maggior parte delle volte si esce (da soli o in gruppo) per puro divertimento.

Indipendentemente dal motivo, quando si esce a cavallo bisogna tenere un comportamento corretto, educato, civile e prudente. Esiste una relazione diretta tra l’educazione e la sicurezza in una passeggiata di gruppo. Un atto scortese da parte di un cavaliere può innescare una reazione a catena che mette a rischio gli altri cavalieri e i loro cavalli. La prevedibile reazione a catena mette alla prova ogni cavallo e cavaliere, compreso chi ha dato il “via”. Le “mosse scortesi” possono avere origine dal fatto che forse si ignora che nelle uscite o durante le passeggiate esistono delle buone pratiche, delle regole che si dovrebbero conoscere e mettere in pratica per permettere a tutti (equini compresi) di godere dell’esperienza.

La preparazione del cavallo

Innanzitutto va sempre rispettato il cavallo. Un grande prato verde fa venire a tutti l’irrefrenabile voglia di lanciarsi al galoppo, ma chiediamoci prima se il cavallo ha un allenamento sufficiente. Chiedergli inutili sforzi gli potrebbe arrecare gravi danni di salute. La passeggiata non è meno impegnativa del lavoro in campo. Per affrontare una lunga passeggiata il cavallo deve essere in ottima forma fisica. Non si può pensare di lasciare tutta la settimana il cavallo chiuso in box o libero in un paddock e poi farci portare in passeggiata il fine settimana. (Ricordiamo poi che il paddock è una valida alternativa alla noia della scuderia non all’allenamento. Da solo il cavallo non si allena).

La passeggiata, poi, richiede un’ottima preparazione mentale del binomio: all’esterno, in una zona meno sicura rispetto al rettangolo, il cavallo deve fidarsi del suo cavaliere e rispondere a ogni sua richiesta, per la sicurezza di entrambi e di tutti.

Terreni, sentieri, strade e proprietà private

Adattiamo le andature alla natura del terreno. Se è il caso smontiamo e conduciamo a mano il cavallo nelle salite o nelle discese ripide, sui terreni scivolosi o sui terreni che possono presentare pericoli. Scegliamo i terreni più soffici, camminiamo sui bordi erbosi delle strade e dei sentieri. Non galoppiamo mai sulle strade.

Le passeggiate a volte prevedono il transito su strade private. Di solito è consentito. Ma, sarebbe più corretto ottenere il permesso. Se si causano danni o il proprietario non dovesse gradire la presenza può gestire il suo fondo come ritiene più opportuno. Può ad esempio, chiudere la strada al transito esterno. Quindi se si può evitare il transito su un tratto privato è meglio scegliere un percorso alternativo, anche se più lungo. Si eviteranno problemi e discussioni.

Se si attraversa un campo si deve aver cura di non danneggiare le coltivazioni. Nel caso non sia possibile evitare il gruppo deve procedere rigorosamente in fila in­diana lungo i bordi, generalmente non semi­nati. A volte però è meglio attraversare un terreno in ordine sparso perché la vegetazio­ne calpestata può riprendersi più facilmente se calpestata dallo zoccolo di un solo cavallo, che non da un intero gruppo di cavalli.

Se attraversiamo un bosco, una riserva di caccia, una zona di ripopolamento non urlia­mo, parliamo a bassa voce. In primavera quasi tut­ti gli uccelli stanno covando o stanno prepa­rando il loro nido; non devono essere spa­ventati dal nostro passaggio. Alcune razze, particolarmente sensibili, potrebbero abban­donare il nido perché si sentono in pericolo.

Boschi, campi, e aree verdi sono la casa di tantissimi animali, dall’entomofauna ai grandi mammiferi, e per quanto sia bello uscire a cavallo in compagnia del proprio cane, il nostro cucciolone è, per sua natura, un predatore.

In campagna le tentazioni sono molte e può inseguire tutto ciò che si muove nel suo campo visivo e rimanere insensibile ai vostri richiami. La fauna selvatica reagisce se messa alle strette. Il vostro cane potrebbe venire morso o graffiato, a volte con conseguenze molto gravi (morsi di vipera, punture di insetti, morsi di animali affetti da malattie trasmissibili.) Non è raro, inoltre, che cani sciolti finiscano in vecchie tane, burroni o strettoie da cui non riescono a uscire da soli, per non parlare di quei soggetti che seguono il loro naso fino a perdere l’orientamento. I cani di piccola taglia, poi, possono essere facili prede. Ammesso che si verifichino tutte le condizioni perché il nostro cane ci possa seguire in passeggiata, dobbiamo assicurarci che sia ben allenato per riuscire a stare dietro a un cavallo.

Gli appassionati di “attività all’aperto”

Da un po’ di anni a questa parte i cavalieri devono condividere i loro sentieri con un numero sempre più crescente di appassionati di “attività all’aperto”. Ciclisti, escursionisti, cicloamatori, podisti, passeggiatori della domenica animano sempre più spesso le stesse aree attraversate anche dai cavalli. Quindi prima di affrontare una passeggiata sarebbe saggio conoscere la zona e informarsi su chi, in genere, la frequenta. Sarebbe utile fare un giro di perlustrazione e capire se i sentieri sono battuti anche mountain bike, da escursionisti e da veicoli a motore.

Lungo il cammino può succedere di incontrare altri cavalli; se siamo al trotto o al galoppo rimettiamoci al passo, eventualmente fermiamoci per non spaventarli e per scambiare un saluto con gli altri cavalieri. Non si supera mai un altro cavallo al galoppo. Questa regola vale sempre, in campagna o in maneggio.

Potrebbe succedere di incontrare un gregge che viene dalla parte opposta. Mettiamoci al passo o, meglio ancora, fermiamoci. Accarezziamo il nostro cavallo, teniamolo tranquillo se manifesta segni di nervosismo.

Sicurezza e codice della strada

Anche il transito dei cavalli è regolato dal codice della strada. Il cavallo, sellato e condotto su strada, è da considerarsi un veicolo a tutti gli effetti con conseguente piena applicazione del Codice della Strada.

È ovvio che serve buon senso e prudenza da parte di tutti, cavalieri e automobilisti. Il cavaliere dovrebbe conoscere il proprio cavallo e, se può, evitare gli attraversamenti stradali e le strade. Qualora fosse inevitabile deve essere sicuro di poter controllare le reazioni del proprio animale e cercare di agevolare sempre la circolazione dei mezzi. Gli automobilisti, da parte loro, in presenza di animali dovrebbero sempre rallentare, non avvicinarsi troppo, evitare di suonare il clacson, di far sventolare qualsiasi oggetto dal finestrino a mo’ di saluto e aspettare le indicazioni del cavaliere.

Ricordiamo che l’ART. 115 del codice della strada vieta la conduzione del cavallo su strada ai minori di 14 anni di età.

Il cavaliere dovrebbe sempre indossare un casco e abiti dai colori vivaci per aumentare la sua visibilità. Sarebbe meglio indossare un giubbino di sicurezza catarifrangente e mettere delle fascette (o adesivi) catarifrangenti sul retro della sella e sul pettorale del cavallo se si dovesse trovare ancora in sella in condizioni di oscurità.

Vi è l’obbligo di tenere la destra estrema e di procedere in fila indiana e si deve tenere una velocità adeguata al traffico, alla visibilità ecc.

Le passeggiate a cavallo sono tra le esperienze più belle e significative che cavallo e cavaliere possono fare insieme. Per poterne godere a pieno bisogna conoscere e saper riconoscere i potenziali pericoli. Inoltre bisogna conoscere le regole e le norme che regolano questa attività. Conoscenza, preparazione e senso civico ridurranno al minimo i rischi.


Lucio Cetra è istruttore d’equitazione dal 1969, titolare del maneggio “Ippogrifo” in Otranto. È uno dei centri equestri più caratteristici del Salento. Si svolgono corsi mirati alla conoscenza etologica del cavallo e al benessere psicofisico del cavaliere e attività di turismo equestre.

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Serena Cappello

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