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Se il cavallo non suda

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Se il cavallo non suda potrebbe soffrire di anidrosi che è l’incapacità di sudare correttamente. Una condizione che causa diversi problemi.

Se, nonostante il caldo torrido e l’allenamento intenso, tu sei madido di sudore mentre il  tuo cavallo è completamente asciutto, probabilmente c’è qualcosa che non va. Quindi dovresti iniziare a preoccuparti.

La sudorazione è il rilascio di sudore, un liquido contenente sali minerali, effettuato dalle ghiandole sudoripare per mantenere costante la temperatura del corpo. Se il cavallo non suda, potrebbe esserci un problema.

Il termine veterinario che descrive questa condizione è anidrosi equina. L’anidrosi, anche nota come mantello secco o mancata sudorazione, è caratterizzata dall’incapacità di rispondere con una sudorazione efficace a stimoli appropriati.

Sintomi

  • Ansimare dopo l’esercizio o anche da fermi quando fa molto caldo;
  • prestazione indebolita;
  • diminuzione dell’appetito;
  • aumento della frequenza cardiaca;
  • aumento della frequenza respiratoria;
  • occasionalmente, sudore irregolare

L’anidrosi può manifestarsi gradualmente o all’improvviso, può essere lieve o grave e ancora si hanno poche informazioni sulle cause.

Sudorazione: come funziona

La sudorazione aiuta il cavallo a regolare la sua temperatura corporea. La mantiene tra i 36,5 e i 38 gradi. Suda per rinfrescarsi quando fa caldo, durante l’allenamento e in attività stressanti come un viaggio in van.

Ecco come funziona il sistema di raffreddamento:

– Quando il cavallo lavora, i suoi muscoli bruciano energia e generano calore. Il sangue in circolazione assorbe il calore dai muscoli. Poi lo trasferisce ai polmoni (dove una parte si disperde quando il cavallo espira) e alla pelle (dove una parte si espelle dal corpo).

– Se i muscoli generano più calore di quello che il cavallo può rilasciare attraverso la respirazione e il raffreddamento radiante, l’eccesso si accumula. La temperatura interna del cavallo inizia a salire.

– L’ipotalamo, parte del cervello del cavallo che funge da termostato centrale, rileva l’aumento e invia segnali alle ghiandole surrenali. Le ghiandole rilasciano l’ormone epinefrina nel flusso sanguigno. Questa circola nelle ghiandole sudoripare situate nella pelle per la maggior parte del corpo del cavallo.

– Le ghiandole sudoripare si attivano e producono sudore. Non è l’atto di sudare che raffredda il cavallo ma l’evaporazione del sudore dalla pelle. Il sudore trasferisce il calore sulla pelle evaporando poi nell’aria.

Il sudore del cavallo è principalmente acqua, con piccole quantità di elettroliti. Inoltre contiene latherina, una proteina che funge da tensioattivo. Tale sostanza aiuta il sudore a diffondersi su tutto il mantello, in modo da evaporare rapidamente.

I cavalli possono sudare due volte più velocemente rispetto alle persone. Tale capacità ha la sua ragione nel fatto che il cavallo ha una massa corporea molto più grande di quella di una persona. Quindi ha bisogno di sudare di più per raffreddare quella massa.

Più il cavallo lavora, più calore genera e più deve sudare per raffreddarsi. Numerosi fattori influenzano il funzionamento di questo sistema.

Condizione fisica. I cavalli migliorano la regolazione della temperatura corporea in modo direttamente proporzionale al miglioramento della forma fisica. I loro muscoli usano l’energia in modo più efficiente e producono meno calore. Sudano più facilmente e perdono meno elettroliti.

Clima. L’aria calda e umida è satura di umidità, quindi il sudore potrebbe non evaporare abbastanza velocemente da raffreddare il cavallo. L’animale continua a sudare, ma il calore si accumula nel suo corpo.

Acclimatamento. I cavalli sono in grado di regolare meglio la loro temperatura corporea nei climi caldi quando hanno la possibilità di abituarsi alle condizioni. La ricerca suggerisce che un periodo di acclimatamento da dieci a quattordici giorni aiuta il sistema di raffreddamento ad adattarsi.

Isolamento. Un manto folto isola la pelle e rallenta l’evaporazione. Di conseguenza, il sistema di raffreddamento è meno efficiente nelle giornate calde primaverili o autunnali rispetto all’estate.

Un cavallo sottoposto a un allenamento intenso può perdere una quantità significativa di liquidi corporei attraverso il sudore. Può perdere fino a 12 litri all’ora  insieme agli elettroliti che sono essenziali per i muscoli e altre funzioni corporee. La sua temperatura può avvicinarsi a 40° durante l’esercizio. Tuttavia, dovrebbe iniziare a scendere entro pochi minuti dopo essersi fermato. Se non lo fa, è in pericolo.

Temperature superiori a 40° possono provocare un colpo di calore. Infatti, il sistema di raffreddamento del cavallo si spegne e la sua temperatura può salire rapidamente a 42° o più. Il risultato può essere un’insufficienza multiorgano e persino la morte.

Infatti, i cavalli anidrotici non hanno un modo efficace per liberarsi del calore accumulato nel loro corpo.

I cavalli colpiti presentano un aumento della frequenza respiratoria a riposo. Ma ansimare non è sufficiente. senza l’effetto rinfrescante dell’evaporazione del sudore, la temperatura corporea può facilmente raggiungere livelli pericolosi. Se un cavallo non suda affatto affronta maggiori rischi per la salute, anche un caso lieve può avere un impatto sulle prestazioni, specialmente in estate.

Le cause

Le cause che scatenano l’anidrosi non sono ancora note. Si pensa vi sia un difetto nel rilascio dell’adrenalina, l’ormone che stimola le ghiandole sudoripare.

La malattia si riscontra comunemente in regioni con clima caldo umido.

Il legame con il clima è emerso chiaramente in un’indagine del 2010. Il sondaggio, condotto dal Dr. Robert J. MacKay e dai suoi colleghi, ha coinvolto 500 allevamenti e quasi 5.000 cavalli in Florida.

Complessivamente oltre l’11% dei cavalli erano anidrotici. Però è merso che gli allevamenti nella calda Florida meridionale avevano cinque volte più probabilità di avere almeno un cavallo anidrotico rispetto agli allevamenti nel più fresco nord.

L’anidrosi può colpire qualsiasi cavallo. Tuttavia è più comune in alcune razze. Lo studio condotto dal Dr. MacKay ha indicato che i Purosangue e le razze a sangue caldo possono essere più suscettibili di altre.

Un interessante eccezione è l’arabo. Infatti nello studio non c’era un solo cavallo arabo anidrotico. La ricerca suggerisce anche che la tendenza a sviluppare l’anidrosi può essere ereditaria. Non sarà un tipo di ereditarietà semplice, e deve essere confermato da studi più completi, ma sembra molto probabile che ci sia una componente genetica nella condizione.

Per approfondire: L’ANIDROSI EQUINA


Attenzione: il presente articolo è stato redatto consultando diverse fonti tecnico/scientifiche e forum di discussione. Il suo scopo è solo quello di fornire spunti di riflessione e di approfondimenti.

Ti chiediamo di suggerire integrazioni o modifiche e di segnalare eventuali inesattezze o errori in questo o in altri articoli scrivendoci a info@imisteridelcavallo.it

Vi invitiamo a consultare il vostro veterinario.

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Serena Cappello

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