Come gestire l’attività sportiva con alte temperature

Per gestire l’attività sportiva con alte temperature è importante tenere sotto controllo l’alimentazione fornendo al cavallo tutte le sostanze di cui ha bisogno per compiere l’attività fisica.

ALLARME CALDO PER CAVALLI…..e cavalieri

Attività muscolare, sudore e reidratazione

I muscoli sono costituiti da cellule di tre diversi tipi, capaci di contrarsi con rapidità diversa e in grado di utilizzare carburanti diversi. Esistono, infatti, fibre muscolari di tipo I, a contrazione lenta, e capaci di utilizzare principalmente acidi grassi; fibre muscolari di tipo II a, a contrazione più rapida, che utilizzano principalmente glucosio ma in grado anche di trarre energia dagli acidi grassi; fibre muscolari di tipo II b, in grado di bruciare esclusivamente glucosio ed a rapidissima contrazione.

Nelle specialità sportive che vedono impegnati i cavalli alcune prevedono sforzi lunghi lenti (tipicamente, le gare di fondo, alcune fasi del completo, alcune gare riservate agli attacchi), altre sono squisitamente basate sullo sprint (molte specialità della monta americana, le corse piane, alcune fasi del salto ostacoli); altre specialità sono intermedie, come le corse al trotto.

Un cavallo che svolga un lavoro lungo e lento utilizza principalmente fibre di tipo I, le più impiegate anche nel trotto lento, e brucia in grande maggioranza acidi grassi; un soggetto impegnato in una corsa piana di 1000 metri impiegherà invece fibre di tipo II b, utilizzando il glucosio come carburante esclusivo.

Se intraprendiamo un’attività di intensità medio-bassa prolungata nel tempo (attività aerobica, cioè quell’attività che necessita di una adeguata quantità di ossigeno), i substrati metabolici utilizzati possono essere sia i grassi, quando l’intensità dell’esercizio fisico è bassa, sia il glicogeno o il glucosio, via via che aumenta l’intensità del lavoro muscolare.

Se lo sforzo è leggermente più prolungato l’energia necessaria alla contrazione muscolare viene prodotta utilizzando come substrato da metabolizzare il glicogeno contenuto nei muscoli, cioè le riserve di zuccheri, e si parla di meccanismo glicolitico. La glicolisi può avvenire in assenza di ossigeno (glicolisi anaerobica) oppure in presenza di quantità adeguate di ossigeno (glicolisi aerobica o ossidativa). Quando la glicolisi provoca un progressivo accumulo, prima nei muscoli e poi anche nel sangue, del prodotto finale della reazione, cioè l’acido lattico, si parla di meccanismo glicolitico anaerobico lattacido. La produzione di energia attraverso questa via metabolica anaerobica non può essere mantenuta per lungo tempo perché il glicogeno contenuto nei muscoli non è infinito, e soprattutto perché dopo pochi minuti le alte concentrazioni di acido lattico nei muscoli e nel sangue provocano da una parte difficoltà di contrazione e dolori muscolari, dall’altra malessere generale. Il meccanismo glicolitico anaerobico viene utilizzato quando la forza muscolare richiesta è notevole.

Il cavallo in lavoro si comporta inoltre come una vera e propria macchina (l’intero organismo animale, del resto, può essere definito con termine fisico come una macchina termica), convertendo un tipo di energia (quella chimica) in un altro (quella meccanica). Solo una piccola parte di questa energia tuttavia viene utilizzata per compiere il lavoro; la maggior parte è persa sotto forma di calore. L’animale presenta quindi la necessità di disperdere il calore prodotto durante l’esercizio per evitare al suo organismo gravi danno dovuti all’innalzamento della temperatura corporea. Per fare questo, il cavallo adotta diversi sistemi che sono facilmente osservabili da tutti. Ad esempio, durante l’esercizio le narici dell’animale si presentano fortemente dilatate, per permettere l’ingresso nelle vie respiratorie di una maggior quantità d’aria (e quindi di ossigeno) necessaria per compiere l’esercizio fisico. Il passaggio dell’aria, che entra nelle vie respiratorie a temperatura ambiente ma ne esce riscaldata ed umidificata dal contatto con gli alveoli polmonari rappresenta un sistema molto efficace di smaltimento di calore.

Inoltre, a livello delle estremità del corpo, ed in particolar modo sugli arti, i vasi sanguigni più superficiali si dilatano proprio allo scopo di far circolare il sangue vicino alla cute, in zone del corpo più fredde, per raffreddare il sangue attraverso un meccanismo di irradiazione.

Oltre ai meccanismi descritti, che possiamo definire secondari, il principale sistema che facilita la dissipazione del calore è la sudorazione dell’animale. La quantità di sudore prodotta non dipende solo dalla condizione fisica del cavallo ma anche dalla temperatura e dall’umidità dell’ambiente al momento del lavoro.

Anche se la sudorazione è quindi un meccanismo importante e positivo per l’organismo del nostro cavallo; con il sudore vengono tuttavia persi dal corpo acqua ed elettroliti, oltre a sostanze presenti in minore quantità come le proteine. Gli elettroliti sono minerali presenti nell’organismo, ed in particolare nel sangue sotto forma di ioni e sono rappresentati principalmente dal sodio, dal cloro e dal potassio, oltre che dal calcio e dal magnesio; tra le proteine spicca invece l’albumina, responsabile dell’aspetto schiumoso e biancastro tipico del sudore del cavallo a livello del collo, dove le redini sfregano sul pelo sudato.

La perdita eccessiva di elettroliti in seguito ad esercizi molto impegnativi, magari eseguiti in condizioni climatiche non ideali, può portare a debolezza muscolare e affaticamento dell’animale, tremori e spasmi muscolari o vere e proprie patologie come il “flutter diaframmatico sincrono”. Questo problema, tipico ad esempio dei cavalli da endurance non correttamente gestiti, è dovuto alle eccessive perdite di elettroliti (in particolare calcio) che si verificano durante uno sforzo particolarmente intenso per il cavallo e si manifesta con una contrazione del diaframma contemporanea ad ogni battito cardiaco.

Per questi motivi è importantissima le prevenzione alimentare delle perdite di elettroliti tenendo sotto controllo l’alimentazione. Quest’ultima fornisce al cavallo tutte le sostanze di cui ha bisogno per compiere l’attività fisica e per questo va opportunamente modificata quando l’esercizio fisico che richiediamo al nostro amico si fa più intenso. Per far questo possiamo ricorrere a diversi prodotti contenenti sali persi con la sudorazione (fosfato di sodio, cloruro di calcio, citrato di sodio, solfato di magnesio, cloruro di calcio, gluconato di magnesio, cloruro di sodio) e altre sostanze che, contenendo una discreta percentuale di Sali, stimolano la sete migliorando l’assunzione di acqua, cosa molto importante nei cavalli affaticati che di solito non bevono a sufficienza per un alterato senso della sete.

Dr. Andrea M.Brignolo

Dr. Andrea M. Brignolo, veterinario ippiatra con particolari competenze in medicina interna e sportiva e aspetti peritali medico legali ed assicurativi della medicina veterinaria.
Club Member and past president presso SIVE International, Resident assistant presso UCDavis Veterinary Medical Teaching Hospital e Vicepresidente con delega agli Equini presso ANMVI Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani. Nel 2007 ha conseguito un Dottorato di Ricerca in Scienze Cliniche Veterinarie alla Facoltà di Medicina Veterinaria di Torino.
Ha scritto pubblicazioni sia scientifiche che divulgative pubblicate su riviste di settore e giornali a livello provinciale, nazionale ed internazionale ed effettua dal 1989 seminari, corsi ed incontri presso varie associazioni ed enti legati all’ambiente del cavallo sportivo.

Per maggiori informazioni sul Dr. Andrea M. Brignolo potete visitare il sito: www.andreabrignolo.com oppure la pagina Facebook: @andreabrignoloveterinario

Dr.Andrea M. Brignolo
Medico Veterinario DVM-PhD
Piazza Cattedrale 2 – 14100 AT
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