Dimentica la tensione: i muscoli dell’equitazione si educano, non si forzano. Le riflessioni di Amalfi per allenare corpo e assetto in sella.
Non servono spalle larghe per stare in sella.
Non basta avere gambe forti per essere solidi sul cavallo.
Ci sono muscoli che non si notano allo specchio, ma che fanno tutta la differenza tra resistere e sentire, tra rimanere rigidi e montare davvero.
Francesco Amalfi lo sapeva bene. Nei suoi Scritti equestri parla del corpo del cavaliere come di qualcosa da educare, non da forzare.
I muscoli dell’equitazione — quelli che contano davvero — sono latenti, profondi, silenziosi. E vanno attivati con intelligenza.
Equitazione e muscoli: il lavoro invisibile
L’equitazione non è una disciplina di potenza. È una danza fatta di equilibrio, adattamento e micro-movimenti costanti.
Per questo, Amalfi insiste sulla necessità di un lavoro fisico che:
- Sciolga le tensioni inutili
- Risvegli muscoli che nella vita quotidiana dormono
- Renda il cavaliere capace di stare con il cavallo, non sopra di lui
Non è questione di diventare “più forti”. È questione di diventare più funzionali.
I muscoli coinvolti nell’equitazione
Ecco alcuni dei gruppi muscolari che il fisico del cavaliere attiva (spesso senza saperlo) durante il lavoro in sella:
- Core profondo (addominali trasversi, lombari): per la stabilità
- Adduttori: per una presa naturale senza stringere
- Dorsali e trapezio: per una postura che sostiene senza irrigidire
- Muscoli stabilizzatori del bacino: per seguire il movimento senza rimbalzi
- Spalle e braccia: per guidare senza tirare
Questi muscoli non lavorano per isolamenti. Lavorano insieme, in continuo dialogo con il movimento del cavallo.
Ginnastica per cavalieri mirata: allenare il corpo a stare in sella
Amalfi descrive la ginnastica del cavaliere come parte integrante del processo formativo.
Non si tratta di “fare sport a parte”, ma di usare il lavoro in sella — e fuori — per educare il corpo a rispondere meglio.
Ecco alcuni esercizi e approcci che rispecchiano la sua visione:
- Trotto a riprese sempre più lunghe
Rafforza gambe e core, migliora il respiro e sviluppa coordinazione. - Lavoro senza staffe (al momento giusto)
Attiva adduttori e core in modo profondo. Solo quando il corpo è pronto. - Alternanza delle andature
Non serve correre sempre. Passo, trotto e galoppo alternati allenano muscoli diversi e prevengono affaticamenti e rigidità. - Passeggiate lunghe
Amalfi le consiglia per sciogliere i muscoli e dare tempo al corpo di adattarsi.
Muscoli intelligenti, non solo forti
L’errore più comune è pensare che il cavaliere debba “tenersi forte”.
Ma chi ha montato abbastanza lo sa: più ti irrigidisci, più perdi il cavallo.
Lavorare sui muscoli dell’equitazione significa trovare un equilibrio a cavallo tra forza e rilassamento, tra stabilità e mobilità.
Significa lasciare andare tutto ciò che è di troppo, per sentire davvero quello che succede sotto di te.
Un libro che allena anche la consapevolezza
Scritti equestri di Francesco Amalfi non è solo una guida tecnica.
È un invito a guardare il corpo come parte viva dell’equitazione, non come strumento da comandare.
Pagina dopo pagina, Amalfi mostra quanto conta il lavoro intelligente, graduale, rispettoso.
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Sentire prima di spingere
I muscoli contano, sì. Ma conta di più come li usi.
E se vuoi migliorare davvero in sella, inizia da lì: da quel lavoro silenzioso che non fa rumore, ma cambia tutto.