Secretariat vince anche al cinema – da Repubblica.it (www.repubblica.it)

Un successo al box office in America il film sul purosangue più amato dagli americani. Nel 1973 vinse la Triple Crown, era nipote del nostro Nearco

dal corrispondente ALBERTO FLORES d’ARCAIS

 

NEW YORK  – Quando il 9 giugno 1973 Secretariat tagliò il traguardo dell’ippodromo di Belmont Park la folla di settantamila persone andò in delirio. Per la prima volta dopo 25 anni un cavallo tornava a fregiarsi della Triple Crown, la triplice corona che spetta solo ai vincitori delle tre grandi classiche americane (Kentucky Derby, Preakness Stakes e Belmont Stakes) nello stesso anno. Adesso la storia di Secretariat, considerato dagli americani il più grande purosangue di sempre (c’è ancora un aggiornatissimo sito internet tra i più cliccati dagli appassionati di ippica americani www.secretariat.com), è diventato un film (della Disney con Diane Lane e John Malkovich) che nel primo week end è schizzato al terzo posto del box office con un incasso di 12 milioni e 600mila dollari.

Una storia che non è solo sportiva. E’ anche la storia di una donna coraggiosa, Helen “Penny” Chenery (nel film Diane Lane), che nella Virginia degli anni Settanta sfidò il mondo ultramaschilista degli allevatori di cavalli e delle corse ippiche, che per pura passione decise (contro il parere dei fratelli maggiori) di non vendere Meadow Farm, l’allevamento di purosangue sull’orlo della bancarotta che il padre gravemente malato non era più in grado di seguire. Che diventò proprietaria di Secretariat (prima che nascesse) perdendo una curiosa sfida alla monetina con un altro allevatore, che scelse il cavallo sbagliato. E che cercò di vivere al meglio la sua vita privata dividendosi a metà tra gli obblighi di casalinga (con un marito e quattro figli) in Colorado e quelli di manager in Virginia.

E’ la storia di due franco-canadesi. Lucien Laurin, un passato da fantino e soprattutto da allenatore vincente e un presente da pensionato, che Penny Chenery (John Malkovich) convince a tornare temporaneamente ad allenare per occuparsi di Secretariat. E Ron Turcott, uno dei fantini più vincenti negli Stati Uniti (con un certo scorno degli americani) che guidò magistralmente il purosangue alla conquista della Triple Crown.
Protagonista assoluto resta peró Secretariat, il purosangue dal manto color nocciola che nel giro di pochi anni tutta l’America avrebbe venerato come “the big red”, il grande rosso. Il nome glielo diede la segretaria di Penny Chenery, Elizabeth Ham, che dopo aver inutilmente sottomesso al Jockey Club dieci diversi nomi, tutti rifiutati per qualche ragione, stufa della cosa si ricordò della prima associazione in cui aveva lavorato e un po’ provocatoriamente tentò la sorte. Il nome venne accettato.

Gli italo-americani appassionati d’ippica scherzano dicendo che Secretariat è uno di loro. Suo “bisnonno” è infatti il celebre Nearco, il celebre purosangue allevato da Federico Tesio, che si ritirò imbattuto alla fine degli anni Trenta dopo 14 vittorie consecutive e che è considerato il “patriarca” della linea di purosangue che più ha dominato negli ippodromi del mondo intero.
Nella sua prima corsa a due anni (1972) Secretariat deluse, finendo solo al quarto posto dopo una complicata partenza. Si rifece subito, cinque vittorie consecutive comprese tre tra le più importanti per i cavalli della sua età. Nell’ippodromo di Saratoga  diede un saggio della sua potenza, superando otto cavalli di fila nell’arco di un quarto di miglia e vincendo poi di tre lunghezze.
Nel 1973 l’apoteosi. Che non era iniziata nel migliore dei modi, visto che nella corsa che precedeva il Kentucky Derby arrivò solo terzo, battuto da un cavallo della sua stessa scuderia e soprattutto da Sham, altro cavallo di razza che dominava in quell’anno e il cui proprietario non sopportava che una donna come Penny Chenery potesse fare meglio di lui. Il 5 maggio in Kentucky, davanti a una folla mai vista in un ippodromo (135 mila persone) Secretariat inizia il suo incredibile tris con una vittoria di battendo Sham di due lunghezze e mezzo. Bissa il 19 maggio, ancora con due lunghezze e mezzo su Sham alla Preahness Stakes che si corre in Maryland. Infine il trionfo a Belmont, ippodromo newyorchese nel quartiere di Queens. Sham tenta di stargli dietro ma scoppia (finirà ultimo), Secretariat vince con la bellezza di 31 lunghezze di vantaggio sul secondo. Il suo tempo, 2 minuti e 24 secondi sulla distanza di un miglio e mezzo è ancora oggi record del mondo.
Una bella storia, un film non altrettanto bello. Il successo al box office, peraltro inferiore alle aspettative della Disney, va oltre i meriti di una pellicola con protagonisti di tutto rispetto (Diane Lane e John Malkovich) ma piuttosto banale e noioso, il classico film “da famiglia”, fatto solo di buoni sentimenti. Per farne un classico dello sport raccontato da Hollywood ci sarebbe voluto un grande regista.

(10 ottobre 2010)

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