Crescere ed educare il puledro appena nato

Per crescere ed educare il puledro appena nato bisogna comprenderne le esigenze, gli schemi e i movimenti gestendo ogni situazione che si pone di fronte.

Parlando di puledri, nel mondo odierno, si rischia sempre di fare molta confusione. Attualmente siamo tutti molto distratti da concetti di “naturalezza”, e sarebbe facile, portare l’attenzione su un qualsiasi testo utilizzando questa parola sparsa qua e là, decantandone le “doti” e la “magia”. Ma a volte, la verità è tutt’altra e con ben poco di “naturale”.

Quotidianamente, nel mondo attuale e soprattutto nelle tecniche di allevamento odierne, un puledro deve essere consapevole della presenza dell’uomo fin dalla nascita, comprendendone i suoi schemi e movimenti. Abituandosi ai suo attrezzi, alle sue cure e ai suoi ritmi. Ma questo, non deve per forza avvenire in maniera forzata o aggressiva. Ciò che invece dobbiamo essere in grado di comprendere, è che con un puledro appena nato e che un giorno dovrà portare la sella, abbiamo due strade. La prima è di lasciarlo libero con i suoi simili fino al momento della doma, mentre la seconda è iniziare una processo di manipolazione precoce del soggetto. In entrambi i casi, avremo sicuramente un ottimo cavallo “se” in entrambi i casi noi saremo in grado di mantenere un comportamento determinato e costante nel tempo, comprendendo le esigenze del cavallo gestendo sempre la situazione che ci si pone di fronte.

Manipolare precocemente un puledro non è sicuramente tra le cose più semplici da fare e vorrei che si posasse lo sguardo su alcuni dettagli molto importanti. Mi è capitato spesso di vedere puledri portare giornate intere cavezze fin dalla nascita per farli abituare o meglio “desensibilizzare”, senza riflettere sul fatto che il puledro dovesse invece accettare che la cavezza gli venisse tolta e rimessa, e che non si doveva sentire costretto ad indossarla per ore intere. Altre volte, ho visto puledri crescere e non rispettare più lo spazio delle persone che li conducevano alla mano, li ho visti impennare, rampare affianco a conduttori che non sapevano come reprimere tale atteggiamento, spesso scatenato dal fatto che durante i primi mesi venisse incentivato come gioco, sottovalutandolo. Mi è capitato anche di vedere persone rincorrere con secchi pieni di mangime, puledri, che non si facevano riprendere all’interno di uno spazio recintato. E purtroppo, molto spesso, ho visto puledri a cui era stata negata l’esigenza più grande ed importante per una crescita equilibrata: “l’interazione con gruppi, benché minimi, di propri simili” dimenticando che l’apprendimento sociale, è per il cavallo un bene prezioso. Bene, tutto questo denota una “errata manipolazione precoce” o quanto meno “interrotta”.

Negli anni che ho passato con i cavalli, una cosa ho di certo imparato : “Un cavallo a cui è stato permesso di fare IL CAVALLO in mezzo ai suoi simili, ha una capacità di apprendimento spontaneo e amplificato”. Questo, a mio avviso, perché ha ricevuto informazioni e stimoli senza uno schema mentale imposto dall’uomo, ma incentivato dall’interazione e la protezione del branco. Sviluppando così il proprio metodo di apprendimento per associazione, e quindi a suo modo, “ragionando”.

Un puledro che cresce, diventerà ogni giorno sempre di più un cavallo. Ed un cavallo, che accumula errori fin dalla nascita, sarà un soggetto con probabili problemi comportamentali. Manipolare precocemente un puledro, è tra le strade più affascinanti e difficili che si possano intraprendere, e per farlo in maniera corretta non dobbiamo assolutamente pensare di prendere il posto di un intero branco. Noi saremo solo quelli, che gli faranno conoscere più da vicino il mondo degli uomini.

… non basta bagnare la creta per ottenere un’opera d’arte …

Massimo Pierini

Massimo Pierini, nato a novembre del 1976. La sua vita equestre inizia da dodicenne arricchendosi di particolari negli anni. Partito dalla monta inglese è arrivato a quella western, fermandosi in diverse tappe. Principali tra queste la doma e l’addestramento, prendendo spunti dall’equitazione moderna senza però rinnegare ciò che è stato tramandato dall’arte equestre di un tempo; l’avvicinamento del puledro, fino all’imprinting del puledro appena nato. Durante il suo percorso ha sempre posto in primo piano la relazione uomo cavallo all’interno del binomio, comprendendo la necessità di trovare punti di dialogo univoci nel binomio stesso. Nel corso del tempo ha avuto modo di lavorare con binomi, aiutando a far loro trovare un filo conduttore che li unisse dando spunti di crescita.

 

Per maggiori informazioni sul Massimo Pierini, le sue attività e le sue riflessioni potete visitare il blog Horses and Men oppure chiedere “l’amicizia” sul sul suo profilo FaceBook Massimo Pierini

Massimo Pierini
email: massimo.pierini@gmail.com

Un dono da ogni cavallo
di Massimo Pierini

È la storia di un ragazzo che tramite i cavalli scoprirà se stesso, affronterà la sua rabbia e le sue incertezze, trovando nei cavalli analogie con la vita. Ma è anche la storia di un uomo che donando la sua conoscenza, si arricchirà delle esperienze vissute con il ragazzo trovando la forza di affrontare il suo passato. La storia è ambientata in una valle, dove il tempo sembra essersi fermato a un passo dal progresso, ma dove il protagonista cresce, matura e impara grazie a degli insegnamenti che arrivano dal passato e che vengono trasmessi incoraggiando a essere rielaborati e interpretati, perché possano essere plasmati di volta in volta in modo diverso, mutando se stessi per il cavallo che si ha di fronte.

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