Una delle frasi di equitazione più citate, ma poco compresa. Cosa intendeva il generale Alexis L’Hotte con “Calmo, in avanti e dritto”?
Calmo, in avanti e dritto. Una frase semplice, vero? E invece no.
Chiunque abbia messo piede in un maneggio l’ha sentita almeno una volta.
“Calmo, in avanti e dritto” è una delle frasi di equitazione più citate, attribuita al generale Alexis L’Hotte. Cinque parole. Nove sillabe. Un mondo.
Sembra un comando militare, e in fondo lo è. Ma è anche una sintesi fulminante di tutto ciò che conta nel rapporto cavallo-cavaliere. Talmente ripetuta da diventare quasi un mantra, eppure, nella sua apparente semplicità, è una delle più fraintese di sempre.
Il generale che parlava chiaro
L’Hotte, allievo sia di Baucher che di D’Aure, era un uomo di equilibrio. Letteralmente e metaforicamente.
La sua equitazione era sobria, essenziale, e assolutamente efficace. Non amava le esagerazioni, né le parole vuote. Se diceva “calmo, in avanti e dritto”, sapeva esattamente cosa voleva ottenere.
Questa frase non è un motto da mettere su una t-shirt. È una formula di lavoro, una bussola per orientarsi in sella e nella relazione con il cavallo. Ma cosa vuol dire davvero?
Calmo
Non “spento”, non “lento”.
Calmo vuol dire presente, recettivo, in uno stato mentale stabile. Un cavallo calmo non è un cavallo che subisce, ma uno che partecipa senza tensione.
Nella diretta Instagram condotta da Massimo Basili e Alessandra Lavista, si è parlato proprio di questo: la calma come precondizione dell’apprendimento.
Se il cavallo è agitato, ha paura, o è costantemente in fuga (fisica e mentale), non c’è metodo che tenga. Prima si stabilizza la mente, poi si chiede il movimento.
In avanti
Sembra banale, ma non lo è affatto.
“In avanti” non significa “veloce”. Significa desiderio spontaneo di andare, impulso sincero verso l’esterno, libertà nelle gambe.
Non è il cavaliere che spinge: è il cavallo che offre.
E qui L’Hotte è chiarissimo: un cavallo che non va avanti da solo è un cavallo in conflitto. Spesso il problema non è tecnico, ma relazionale. Il cavallo non crede in chi ha sopra. E allora si rifiuta, si chiude, si spegne.
Dritto
E infine, il più controverso. Dritto non vuol dire che va dritto come una spada.
Significa che il cavallo è simmetrico, centrato, bilanciato su entrambi i lati. È un concetto dinamico, non geometrico.
Ma non solo: “dritto” riguarda anche la direzione.
Un cavallo dritto segue la traiettoria richiesta dal cavaliere senza deviare, senza “cadere dentro” o “fuggire fuori”. Tiene la linea, mantiene l’equilibrio, e lo fa con naturalezza, perché è fisicamente e mentalmente in asse.
Essere dritti non significa “stare in riga”: significa avere i mezzi per percorrere una strada precisa con intenzione e coerenza. Senza tensioni, senza resistenze, senza compromessi posturali.
Frase semplice, risultato complesso
“Calmo, in avanti e dritto” sembra una scorciatoia, ma è un traguardo.
È ciò a cui si arriva dopo lavoro, ascolto, errori e ripensamenti. Non c’è nulla di facile, ma tutto è chiaro. È questo che rende questa frase eterna: non ha bisogno di cambiare, ha solo bisogno di essere capita.
E forse è proprio per questo che L’Hotte è ancora attuale. Non ci ha lasciato solo esercizi e metodi, ma parole che funzionano come strumenti. Sta a noi imparare a usarli.
Vuoi capire meglio questa frase nella pratica?
Massimo Basili e Alessandra Lavista hanno dedicato una diretta a questo tema, che puoi vedere su:
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Scopri il significato profondo di una delle frasi di equitazione più usate (e abusate).
Non troverai risposte scontate, ma forse, qualche buona domanda da portare in sella.