Lo stato di maturità del puledro neonato

Da un punto di vista pratico è fondamentale verificare lo stato di maturità del puledro neonato per capire se necessita di cure intensive.

Da un punto di vista pratico è fondamentale verificare, immediatamente dopo la nascita, se il puledro è maturo ed è in grado di adattarsi e sopravvivere nell’ambiente extrauterino oppure se abbisogna di cure intensive. Gli studi di Rossdale e i suoi collaboratori (1984) ci hanno fornito una classificazione abbastanza chiara che ci permette di giudicare il puledro e collocarlo in una categoria ben definita:

maturo si definisce un puledro nato dopo almeno 320 giorni di gestazione, normale sotto tutti i punti di vista e perfettamente in grado di sopravvivere nel mondo esterno;
prematuro si definisce un puledro nato prima del 320° giorno di gestazione e con evidenti caratteristiche di immaturità fisica;
immaturo viene definito un puledro nato a termine (dopo 320 giorni di gravidanza) ma con segni evidenti di prematurità (Koterba, 1990);
– con il termine dismaturo si definisce un puledro nato a termine ma, più piccolo della norma e con caratteristiche intermedie tra maturità e immaturità (Rossdale, 1984);
– l’espressione non pronto a nascere (Rossdale e Silver, 1982) viene usata per definire un puledro nato in qualsiasi momento della gestazione che mostra segni di immaturità ed incapacità di adattamento dei suoi sistemi omeostatici all’ambiente extrauterino; questo termine è usato perché nella cavalla si ha una grande variabilità della durata della gravidanza e perché esiste un certo numero di puledri “normali” per durata di gestazione (335 giorni) che mostrano segni tangibili di incapacità di adattamento alla vita extrauterina (Koterba, 1990).

dott. Orazio Bray


Dott. Orazio Bray, medico veterinario, ippiatra, operante nel campo della riproduzione equina.

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