Oristano, cinque cavalli positivi al virus trasmesso da una zanzara africana

Il virus prende il nome dal “West Nile District” in Uganda, in Africa, dove è stato riscontrato negli esseri umani nel 1937. I primi casi di WNV nei cavalli sono stati registrati in Francia e in Egitto nel 1960. Il WNV è apparso negli Stati Uniti nel 1998. Ora, per la prima volta, minaccia la Sardegna. Sono portatori di questo virus, di solito,  molte specie diverse di uccelli selvatici. Le zanzare trasmettono il virus da uccello a uccello, ma possono mordere anche gli esseri umani, i cavalli o qualsiasi altro mammifero. È improbabile, invece, che il virus possa essere trasmesso da cavallo a cavallo, da cavallo a uomo oppure da uomo a cavallo. Anche se un uomo dovesse essere punto dalla zanzara infetta è improbabile che si ammali, tuttavia i soggetti già affetti da altre gravi patologie potrebbero essere a rischio e manifestare sintomi come febbre, cefalea, rash, debolezza muscolare, nausea e vomito, raramente si possono sviluppare sintomi neurologici come la paralisi degli arti, tremori e alterazione dello stato mentale. Le statistiche riportano che il decesso, dovuto a tale virus, avviene raramente. Per quanto riguarda il decesso di animali, invece, le percentuali sono ben più alte. Nei cavalli colpisce il cervello causandone un’infiammazione (encefalite) che provoca perdita di coordinazione, mancanza di interesse nei confronti dell’ambiente circostante e perdita di appetito. Come sempre prevenire è meglio che curare: tutte le zanzare preferiscono l’acqua salmastra e zone paludose per riprodursi perciò la pulizia e il controllo di questi ambienti può impedire la trasmissione del WNV.

 

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