” Riflessione di un Rider. ” ♥

Guardando le foto dei miei amici, mi rendo conto che sono solo una tra i
tanti che praticano uno sport mettendoci cuore e anima.

Vedo foto di persone che sono a Londra, a New York, in giro con le
amiche, al cinema, a scuola dietro i banchi.

Vedo foto di persone che ridono con gli amici, che sono con il proprio
compagno, che giocano a fare i cretini, che fanno foto dementi.

Vedo foto di persone vestiti da capo ai piedi di abercrombie, e
ovviamente le borse firmate, iphone in mano e via dicendo.

Vedo persone che condividono link sulla musica, o link del tipo "sono
scazzato, sono felice, sono triste, sono arrabbiato.."

Vedo persone apparentemente normali, persone che vedi a scuola, le vedi
uscire con amici, le vedi felici nelle foto che si fanno, leggi i loro
stati su face e dici :Ecco, mi piacerebbe poter essere così, tranquilla e
spensierata.

E invece no, sono completamente diversa.

Sai, a Volte..Tutto questo mi manca. Vorrei essere anche io
un’adolescente come gli altri, sempre pronta a far casino, a mettermi in
gioco, a fare foto sceme e avere facebook pieno delle mie foto con la
mia migliore amica o che altro, e a non dovermi preoccupare di niente,
fuorché dello studio.

Mi piacerebbe poter mettere le mie foto di New York, o le foto delle
gite scolastiche, o tornare a casa dopo aver studiato con le compagne,
cioé dopo aver passato un pomeriggio di scazzo totale.

Mi piacerebbe poter andare alle feste il sabato sera, e svegliarmi la
domenica mattina a mezzogiorno.

Mi piacerebbe essere tra le tante ragazze carine che sono nella mia
scuola, istituto o liceo che sia, mi piacerebbe essere apprezzata come
tutte le altre.

E invece, io sono proprio il contrario di tutto ciò.

Nelle mie foto su facebook ho gli album dei miei equini, delle mie gare.

Il sabato sera devo andare a dormire il prima possibile, causa gare di
domenica.

I pomeriggi li passo in maneggio, vicino ai miei cavalli : torno a casa e
ovviamente doccia, e poi sotto a studiare.

Prendi un’insufficienza? Capita, anche quello. Quando torni a casa dopo
aver faticato, non è cosa semplice poter studiare.

I link che condivido sono tutti sull’equitazione e su quanto sia grande
questa passione.

Piano piano, mi sto allontanando dai miei compagni, dalle mie amicizie,
che reputo meno importanti di quelle all’interno del maneggio.

I miei status sono sull’ultima gara, o sulla lezione del pomeriggio
precedente.

I miei idoli non sono i Green Day o I Dari o Altre robe così, i miei
idoli sono Rodrigo Pessoa, Meredith Michael Beerbaaum, e via dicendo.

Nella mia camera non ci sono poster di attori come Robert Pattinson, ma
ci fono le foto dei concorsi.

Come immagine personale non ho la mia foto con scritto "quanto spakko,
tunz tunz" o robe così, ho la foto con il mio cavallo, mentre lo coccolo
o mentre salto, o mentre galoppo o mentre l’abbraccio.

I miei vestiti sono semplici, niente alta moda o che.

Ho l’armadio pieno di pantaloni da cavallo, calze al ginocchio, felpe
dal colore sbiadito per il troppo uso.

Me ne frega poco del gossip internazionale, mi interessa di più chi ha
vinto la 130 della domenica precedente.

A scuola non faccio foto inutili, a scuola penso ai miei cavalli.

Queste sono sottili differenze che ci separano dal mondo delle persone
"normali", persone che dicono di avere dietro alle loro foto grandi
emozioni che, per l’amor del cielo, possono anche avere.


E dopo quello, queste persone, cos’hanno?

Dietro la foto di un nostro semplice salto, c’è il lavoro di anni. La
fatica di giorni passati a pulire, rassettare, ingrassare, spazzolare.

C’è il sudore, la grinta, il coraggio, la forza, la determinazione, e
anche la paura e qualche delusione.

E capisco solo allora che quel che faccio è la cosa giusta per me, e
metto da parte i pensieri infelici che ho.

A che mi servirebbe mollare tutto per cercare di essere come gli altri,
cosa che a dirla tutta non mi riuscirebbe granché bene? A che mi
servirebbe mollar tutto solo per fare la "figa" e andare a menarmela con
quelli dell’ultimo anno, non facendo nessuno sport e praticando quindi
il cazzeggio agonistico?

A cosa servirebbe, sprecare e buttare all’aria parole, pensieri,
emozioni, tutta questa passione?

Ed è così che nasce questa sottile differenza tra noi e loro.

Differenza che con il tempo si assottiglierà, avvolgendoci, e
inebriandoci completamente.

Chi siamo noi? …

Be a rider.

Da: " Riflessione di un Rider. " ♥ note di un rider ….condividi su facebook

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