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Rinforzi positivi e negativi: che confusione

L’utilizzo dei rinforzi positivi e negativi è la base dell’addestramento di un cavallo ma non lo si può ridurre ai semplici “premi e castighi”.

In tutti i manuali di addestramento più o meno recenti si legge che l’addestramento del cavallo si basa sulla somministrazione appropriata di premi e punizioni. Quindi, sull’utilizzo dei rinforzi positivi e negativi. Nella pratica di addestramento dei cavalli il concetto si è, in alcuni casi, un po’ troppo banalizzato. Si è ridotto a: “se fai bene quello che ti chiedo ti premio; se non lo fai ti punisco”.

La banalizzazione è stata causata dai termini “positivo” e “negativo”. Il loro significato semantico, ha creato spesso confusione sulla reale funzionalità dei rinforzi. Infatti si è diffusa la credenza che il rinforzo positivo sia sempre un momento piacevole per l’animale, in quanto caratterizzato da cibo, carezze e lodi mentre. Mentre il rinforzo negativo sia sempre un momento spiacevole, poiché caratterizzato da frustinate, strattoni o rumori.

I termini “positivo” e “negativo” definiscono solo l’azione di aggiungere o togliere qualcosa all’animale sottoposto al rinforzo specifico. In realtà la loro funzione è quella di far aumentare la frequenza di una determinata risposta.

Nel caso dell’addestramento dei cavalli come funziona?

Si può utilizzare il rinforzo positivo quindi carezze, cibo, una pausa dopo un esercizio difficile quindi si aggiunge qualcosa.  Oppure il rinforzo negativo quindi si allenta una pressione, si cedono le redini quindi si toglie qualcosa quando l’animale esegue ciò che gli viene chiesto. Il loro valore inoltre è dettato dal tempo di utilizzo. Perché siano efficaci è necessario che i rinforzi seguano immediatamente la risposta.

Diversi studi hanno dimostrato che è sufficiente un ritardo di pochi secondi nella somministrazione del rinforzo perché il processo di apprendimento subisca un notevole rallentamento. Ma i rinforzi non prevedono solo il dare e togliere qualcosa velocemente. Se si riducono solo a questa funzione si rischia l’errore di continuare a banalizzarli. Infatti, gli addestratori sanno che spesso è difficile “premiare” immediatamente l’animale. Per questo motivo i rinforzi positivi e quelli negativi non sono le uniche “strategie”.

Si ricorre all’utilizzo di un rinforzo secondario. Esso consiste nell’associare, in un arco di tempo che prevede la contemporaneità, il rinforzo positivo a un ulteriore stimolo. Questo può essere il suono dolce della voce che acquisterà, per l’animale, lo stesso significato del rinforzo primario.

Oltre al fattore tempo ha un ruolo decisivo nell’apprendimento anche la frequenza con cui il rinforzo positivo viene somministrato. Ad esempio, se si decide di somministrare un rinforzo positivo tutte le volte che un animale compie l’azione giusta si sta utilizzando un rinforzo continuo.

L’addestratore può decidere ogni quante risposte corrette premiare l’animale

Questa diversa distribuzione del premio viene definita rinforzo parziale e con questa modalità di solito si riesce a mantenere più alta l’attenzione e la motivazione del soggetto.

Sono state studiate diverse situazioni per somministrare un rinforzo in maniera intervallata e attualmente quelle più comunemente sfruttate, e più rappresentative, sono quattro.

1. Nel programma a rapporto fisso il cavaliere può concedere il rinforzo dopo un numero fisso di risposte non rinforzate.

2. Nel programma a rapporto variabile il rinforzo è erogato dopo un certo numero variabile di risposte non rinforzate. I soggetti sottoposti a questo secondo programma emetteranno un numero elevato di risposte in quanto non sapranno mai quando arriverà il rinforzo. Quindi risponderanno con una frequenza elevata facendo sì che il rinforzo giunga più rapidamente.

3. Nel programma ad intervallo fisso, l’intervallo di tempo che intercorre tra un rinforzo e l’altro è fisso. In questa situazione le risposte diminuiscono subito dopo il rinforzo ed aumentano verso la fine dell’intervallo di tempo.

4. Nel programma ad intervallo variabile il rinforzo può essere erogato dopo un lasso di tempo variabile tra un rinforzo e quello successivo.

Tra i diversi programmi quello che risulta più utile quando si deve addestrare un animale è quello a rapporto fisso in quanto l’addestratore può decidere di rinforzare ogni risposta corretta.

Questi schemi, studiati e approfonditi sulle cavie e adattati all’addestramento del cavallo appaiono rigidi e matematici. Infatti la loro esecuzione risulterebbe sterile se non intervenisse anche un ulteriore fattore. Quello che i più grandi addestratori di sempre hanno chiamato il “senso del cavallo”.

Addestratori eccezionalmente sensibili “sentono” l’intenzione dell’animale a eseguire un determinato comportamento e iniziano a ricompensare quella. Intenzione, che spesso, è impercettibile a un occhio inesperto. Invece, questi eccezionali professionisti colgono in una vibrazione del pelo, in un leggero movimento muscolare o oculare. Non esistono delle leggi generali e universali che possano regolare un addestramento. La persona non può fare altro che osservare accuratamente il comportamento dell’animale e modellare tutto su di esso.

Per capire come apprende il cavallo

Principi di apprendimento – il ruolo del rinforzo positivo
di Eleonora Dordoni

Principale obiettivo di questo lavoro è quello di mettere in evidenza il valore delle teorie dell’apprendimento nell’addestramento del cavallo. Al giorno d’oggi la scienza, grazie ai suoi importanti progressi, può aiutare a capire il modo in cui i cavalli pensano e reagiscono ai diversi stimoli. Il saggio analizza dettagliatamente le tecniche del rinforzo positivo e illustra i vantaggi dell’utilizzo del clicker training nel lavoro con i cavalli.

La prefazione del prof. Antonio Lucio Catalano (già Presidente del Corso di Laurea in Scienze e Tecniche Equine della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Parma)  apre il volume. Nell’introduzione il dr. Angelo Telatin  sottolinea che «questo libro contribuisce, grazie a molti esempi e a una filosofia di base, a ridurre il gap tra psicologia dell’ap­prendimento e addestramento […] Eleonora Dordoni è stata in grado, grazie alla sua abilità di tradurre in un linguaggio accessibile concetti complessi, di fare una sintesi accurata e intuitiva di cosa sia la psicologia dell’apprendimento».

Le splendide foto scattate da Giulia Basaglia impreziosiscono il volume e contribuiscono a rendere ancora più piacevole la sua lettura. Fotografa, grafica pubblicitaria e web designer, Giulia Basaglia è specializzata in fotografia equestre. Per lei riuscire a catturare il fascino dei cavalli ed esaltarne la bellezza è una vera e propria sfida con me stessa.

Questo libro permetterà al lettore di approfondire i concetti della psicologia dell’apprendimento e di acquisire nuove capacità per interagire in modo corretto con il proprio cavallo.

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