San Giorgio

San Giorgio, protettore dei cavalieri e dei cavalli

San Giorgio, figura nota rappresentata da secoli in sella su di un cavallo in lotta contro il male. Protettore dei cavalieri e dei cavalli.

Si sa ben poco della vita di San Giorgio. Il martire, di origine turca, nacque circa nel 280 d.c. da una famiglia cristiana. Da secoli si studia la sua figura per cercare di stabilire chi fosse veramente. Le poche informazioni note derivano da opere apocrife e dall’opera “De situ terrae sanctae”di Teodoro Perigeta del 530. In quest’ultima opera si attesta che a Lydda (Diospoli) in Palestina, oggi Lod presso Tel Aviv in Israele, vi era una basilica costantiniana costruita sulla tomba di San Giorgio e di altri cavalieri martirizzati nel 303, dopo che fu emanato l’editto di Diocleziano (imperatore romano dal 20 novembre 284 al 1º maggio 305).

Nella tradizione popolare si raffigura il cavaliere durante l’affronto di un drago, simbolo maligno che viene sconfitto dalla fede temeraria.

I crociati templari accelerarono la trasformazione del martire in un valoroso santo guerriero, volendo simboleggiare la rappresentazione come la sconfitta dell’Islam. Solo successivamente, con Riccardo Cuor di Leone (1157-1199), tutti i combattenti cominciarono a invocare San Giorgio come loro protettore.

La scena raffigurante i due protagonisti si diffuse dal XII secolo in tutta Europa. In Inghilterra il re Edorardo III, nel 1348, istituì il celebre grido di battaglia “Saint George for England”, fondando l’ordine di cavalieri di San Giorgio, conosciuto anche come l’ordine della Giarrettiera.

Durante il Medioevo, la figura divenne oggetto di una letteratura epica che si disputava con i clicli bretoni e carolingi. Celebri sono il bassorilievo realizzato nel 1416 da Donatello (1386-1466) con la Principessa e il drago sulla base che sostiene la statua di San Giorgio, collocato ora a Firenze, nel Museo Nazionale del Bargello e il “San Giorgio e il drago” rappresentato da Raffaello Sanzio (1283-1520), ora parte della collezione di Luigi XIV del Louvre, in Francia, ma fu dipinto circa nel 1504 per il duca di Montefeltro.

Come possiamo notare gli artisti rappresentano la classica scena in cui vi è raffigurato il cavaliere che impugna con il braccio destro una spada. Indossa un’armatura metallica elegante. In molte raffiguarazioni sul capo indossa un elmo piumato. I piedi son ben saldi nelle staffe, sicuro in groppa sul cavallo impennato, il quale sembra di nitrire terrorizzato.

La bestia mostruosa si presenta solitamente in una posizione di attacco con le zampe anteriori sollevate e la bocca spalancata, ma varia a seconda dell’artista.. Il drago raffigurato sembra di avere la testa di un cane, un collo sinuoso come quello di un serpente, delle ali sulla schiena come quelle di un pipistrello, le zampe sono spesso palmate con una lunga coda che si attorciglia. Mentre le due figure lottano tra loro, sullo sfondo sulla destra è collocata la principessa turbata in fuga.

Su molti portali delle nostre Chiese devote al Santo vi è scolpita la scena. Se hai avuto la possibilità di osservarla, inviaci una foto, descrivendo il luogo e il nome della chiesa.

Immagine in evidenza: Marco Basaiti , CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Cristina De Luca, grande appassionata di cavalli e amazzone. Nel 2009 consegue il Diploma di Maestro D’Arte, nel 2011 la Maturità in Arte di Grafica Pubblicitaria, Fotografia e Cinematografia. Nel 2019 si laurea in Beni Culturali presso l’Università del Salento. Ha unito le sue due grandi passioni (l’arte e la natura).

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