Il comportamento di gioco nei puledri

Il gioco nei puledri è da sempre considerato importante per la loro crescita, ma ci sono ancora tanti aspetti da approfondire.

Il gioco è una cosa seria. Anche per i cavalli e ancor di più per i puledri. Lo dimostra il crescente interesse degli etologi che, negli ultimi anni, hanno dedicato sempre più attenzione al comportamento di gioco dei cavalli. Storicamente, il “gioco” è stato un argomento poco approfondito. Forse perché non è stato considerato abbastanza serio rispetto allo studio di altri comportamenti, come l’aggressività e le abitudini alimentari.

Come e perché i puledri, ma anche i cavalli, giocano è di crescente interesse e ci sono ancora tante domande a cui rispondere e molte questioni da approfondire.

gioco nei puledriI puledri iniziano a giocare molto presto. A pochi giorni di vita giocano quasi esclusivamente con la madre. Le mordicchiano le zampe, le pizzicano il collo, oppure corrono e giocano liberamente vicino a lei, esprimendosi con delle sgroppate. Se ci sono oggetti nelle vicinanze li esplorano con la bocca. È un gioco solitario che va scemando dopo un paio di settimane quando dimostrano di preferire i giochi con i loro coetanei.

Quindi inizia il gioco di società con gli altri puledri. I giovani maschi tendono a impennarsi gli uni sugli altri, a inseguirsi e fare finte lotte in forma spinte, morsi, lotta collo-collo. Questi giochi possono trasformarsi in una lotta competitiva di bassa intensità. Raramente si fanno male in una lotta fatta per gioco.

Sono state evidenziate delle differenze tra maschi e femmine. I maschi giocano in modo più violento. Inoltre, il gioco è più frequente tra i maschi che tra le femmine. La risposta di queste ultime ai giochi dei maschi è spesso la ritirata o l’aggressione. Nella maggior parte dei casi, il gioco prevede il mordere delicatamente varie parti del corpo, ma è anche tipico correre senza una direzione stabilita da soli o in gruppo, rincorrersi scuotendola testa, fermarsi e ripartire all’improvviso, e calciare in aria con i posteriori. Non vi è alcuna differenza tra i sessi, invece, nel tempo complessivo trascorso a giocare.

Le differenze osservate tra puledri maschi e femmine hanno portato gli scienziati a concludere che il gioco sembra servire come addestramento sociale o come mezzo per affinare particolari abilità motorie che saranno necessarie più avanti nella vita, che differiscono tra i generi poiché, per esempio, il successo nei combattimenti può essere collegato al successo riproduttivo negli stalloni.

gioco nei puledriIl gioco sociale raggiunge il picco a circa 4 settimane e dura circa fino alle 12 settimane di vita.  A partire da questo tempo il puledro giocherà anche con altri cavalli del branco o del gruppo. Esibiscono altri comportamenti come la masticazione a vuoto a la pulizia reciproca. Il primo tende a manifestarsi quando un giovane animale si avvicina per la prima volta a un compagno più grande. A volte può rivolgersi anche alle persone. Questo atteggiamento è più comune quando c’è incertezza sull’esito dell’approccio. Infatti, i proprietari di cavalli inesperti spesso si lamentano del fatto che il puledro stia cercando di morderli. In realtà, tentano di dire: “per favore non farmi del male. Sono solo una creatura indifesa”. I profani paragonano questo comportamento all’aggressività del cane, a loro più familiare.

È importante riconoscere e distinguere la masticazione a vuoto dalla minaccia di morso vera e propria. Nel primo caso, le labbra vengono ritirate per mostrare i denti, mentre nella minaccia di morso le orecchie vengono abbassate, le labbra vengono retratte e il collo viene puntato in avanti.

I benefici del gioco

Due delle teorie più note sono che il gioco si svolge nei giovani animali come un modo di “allenare” il loro sistema muscolo-scheletrico per le difficoltà della vita adulta come animale da preda che si basa su meccanismi di lotta o fuga, e che il gioco aiuta a costruire relazioni sociali – entrambi i quali, in definitiva, migliorano le possibilità di sopravvivenza di un individuo. Ma i benefici sia a breve che a lungo termine del gioco devono ancora essere chiaramente definiti e concordati da coloro che lo studiano, e sebbene ci siano un certo numero di teorie, è probabile che il gioco abbia altre diverse funzioni.

Ad esempio, se il gioco è un “allenamento” per il sistema muscolo-scheletrico e cardiovascolare e aumenta la forza e la resistenza, non spiega perché i cavalli adulti giochino, poiché ci si potrebbe aspettare che queste abilità siano affinate in un animale maturo.

Un’altra teoria interessante riguardo il gioco degli adulti avanzata da Chiszar et al. (1985) è che gli animali maturi possano giocare con i neonati per valutare o aiutare a sviluppare la prole.

Il gioco aiuta lo sviluppo delle relazioni sociali?

I cavalli sono animali da preda altamente sociali che si sono evoluti per esistere in branchi, con una gerarchia stabilita e chiari leader e seguaci. A questo proposito, si pensa che il gioco sociale aiuti i cavalli a sviluppare abilità sociali come il corteggiamento, il rispetto del rango e della gerarchia della mandria, la compagnia (ad esempio la toelettatura reciproca) e l’apprendimento per evitare i conflitti, tutte cose che possono migliorare le loro relazioni sociali.

Costi e benefici

I cavalli, attraverso il gioco spingono al limite i loro muscoli, i tendini, i legamenti e le ossa, aumentando il rischio di lesioni e quindi di morte.

Inoltre, un animale che gioca è un animale che sacrifica le opportunità di alimentazione – quindi compromettendo la salute – e rendendosi più visibile ai predatori (con ovvia importanza).

Tuttavia, se i costi avessero superato i benefici, il comportamento si sarebbe estinto anni fa come risultato della selezione naturale.

Il gioco nell’ambiente domestico

Le persone spesso limitano il comportamento di gioco nei cavalli per paura di lesioni e perché credono (erroneamente) che i movimenti ripetitivi e le sequenze espresse durante il gioco causino vizi di scuderia.

gioco nei puledri Alcuni proprietari cercano di fornire un arricchimento ambientale per i cavalli che hanno limitate o nulle opportunità di socializzare (e giocare) fornendo giocattoli da stalla/paddock. Tuttavia, il gioco sociale con altri cavalli dovrebbe essere incoraggiato quando possibile. Ma, impedire il gioco tra i cavalli può in alcuni casi causare più problemi, soprattutto perché poi molti soggetti si lanciano in attacchi di gioco esplosivi quando finalmente escono con altri cavalli. Se questo accade a cavalli che non hanno l’esperienza di gioco che gli ha insegnato la lettura del comportamento dell’altro cavallo, può causare lesioni.

Dato che lo studio del comportamento di gioco solleva spesso più domande che risposte, è chiaro che c’è ancora un po’ di strada da fare prima che il gioco nei cavalli sia pienamente compreso.

 

A. F. Fraser, Il comportamento del cavallo, Edagricole edizioni
Gordon Burghardt, Kerrie Lewis Graham, Current Perspectives on the Biological Study of Play: Signs of Progress
Robert M. Miller, I misteri del cavallo, Zoraide editore
Robert M. Miller, Imprint Traininig del puledro appena nato, Zoraide editore
Daniel Mills, Sue McDonnell, The Domestic Horse, Cambrige
Daniel Mills, Kathryn Nankervis, Comportamento equino, Calderini Edagricole

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