memoria del cavallo

La memoria del cavallo, il suo ruolo e come ci influenza

La memoria del cavallo è quasi infallibile. E il vostro cavallo? Che ruolo gioca la sua memoria, come influenza le vostre interazioni con lui?

Gli elefanti non sono gli unici grandi animali con una memoria impressionante. Anche i cavalli hanno la capacità di mantenere ciò che hanno imparato, nel bene e nel male. Una volta che imparano qualcosa, non la dimenticano facilmente. Per i cavalieri, questo ha sia pro che contro.

Per comprendere tutte le implicazioni della memoria del cavallo e il ruolo che svolge nel suo addestramento, dobbiamo capire come questa funziona. Comprenderne il funzionamento può aiutarti ad addestrare e prenderti cura del tuo cavallo.

Innanzitutto, la memoria del cavallo ha modellato l’evoluzione di questi animali assicurandone la sopravvivenza.

Per quanto ne sappiamo, i cavalli non si scambiavano storie o tramandavano tradizioni equestri vicino a una fonte d’acqua. I loro ricordi si basano esclusivamente sull’esperienza.

Ciò ha permesso loro di sopravvivere in ambienti pianeggianti riconoscendo situazioni pericolose e ricordando dove trovare cibo e fonti d’acqua. Associare le esperienze alle circostanze – ambienti fisici, suoni, odori – li ha aiutati a sopravvivere.

Così, i cavalli delle pianure hanno sviluppato ricordi positivi dei luoghi in cui erano disponibili acqua e cibo, ad esempio. Ma anche ricordi negativi. Hanno ben impresso nella loro mente dove si è verificato un attacco di un predatore e ciò li ha portati ad allontanarsi da quel luogo.

I cavalli ancora oggi conservano una memoria quasi fotografica delle circostanze che circondano le esperienze negative. Ricordano cosa indossano i veterinari e come odorano. Ricordano il rumore del camion del maniscalco.

I cavalli hanno una forte memoria associativa, e di conseguenza una grande capacità di creare e mantenere connessioni tra cose apparentemente non correlate. Le persone spesso non si rendono conto quanto velocemente i cavalli formino questi ricordi e quanto siano forti.

Quindi una brutta esperienza può lasciare un segno indelebile. Pertanto, un qualsiasi evento, per quanto insignificante, non può essere preso alla leggera. Da questo punto di vista, ogni prima esperienza diventa ancora più importante: il primo trattamento veterinario, la prima ferratura, il primo trasporto in trailer, la prima sellatura. Tutto lascia un segno che solo una “lobotomia” può cancellare.

Quindi puoi immaginare quanti problemi sorgono quando i cavalli memorizzano oggetti innocui come se fossero qualcosa da cui fuggire. Gli esempi includono tutto ciò che possono incontrare in una scuderia: tosatrici, sacchetti di plastica, bardature, attrezzatura per il grooming, mezzi meccanici, ecc.

È importante per coloro che si occupano di cavalli, apprezzare appieno l’efficacia con cui memorizzano tutte le esperienze sensoriali e con quanta rapidità e persistenza le categorizzano. È meglio che le esperienze siano piacevoli per il cavallo.

Chiunque lavori con i cavalli deve capire e apprezzare la loro memoria anche per gestire le proprie reazioni. È facile per noi interpretare le reazioni che hanno assolutamente senso per un cavallo come stupidità, sciocchezza o persino ostilità.

Ad esempio, stiamo facendo una passeggiata sul nostro solito sentiero e il nostro cavallo nota qualcosa di diverso: il cestino della spazzatura è stato spostato da destra a sinistra.

L’oggetto che il nostro cavallo conosce bene questa volta lo interpreta come una potenziale minaccia. Gli provoca un comportamento di allarme, da qui una tensione del corpo e un desiderio di fuggire. Un cavallo inesperto e poco addestrato può rifiutare di proseguire, scartare, girarsi e scappare.

Eppure conosce benissimo quel cestino, è sempre lo stesso!

Ma perché ha paura di vedere lo stesso cestino spostato da destra a sinistra? I cavalli non hanno un “cervello diviso”, come spesso si dice per spiegare questo comportamento. Vari studi hanno dimostrato che le informazioni passano da un lato all’altro del cervello del cavallo. Secondo il dr. Leanne Proops la risposta è probabilmente molto più semplice: la potenziale minaccia è vista in un contesto diverso.

La loro memoria dice che quell’oggetto non appartiene a quel posto, quindi hanno paura di farsi male.

Cosa insegnano molti istruttori ai loro allievi quando un cavallo scarta e “stupidamente” si allontana da ciò che percepisce come pericoloso? Insistono sul fatto che il cavaliere deve costringere il cavallo ad affrontare ciò che pensa gli farebbe male.

Il cavallo ci dice che ha paura di farsi male. Ecco che noi gli facciamo male! Questo serve solo a confermare la sua paura ed è la ragione per cui molti cavalli scartano per abitudine.

Questo chiaramente non ha senso! È più facile evitare le associazioni negative che cancellarle. Pertanto, quando un cavallo ha paura di uno stimolo di fatto innocuo, tutto ciò che dobbiamo fare è introdurlo gradualmente in modo che possa abituarsi a esso.

Se il comportamento viene evocato con qualcosa di positivo, il cavallo impara più velocemente e ricorda meglio. Non c’è dubbio che i metodi di addestramento basati sulla ricompensa, come il clicker training, sono più efficienti e sono un modo positivo per aiutare il cavallo a imparare qualcosa di nuovo.

Il comportamento del cavallo si può essere facilmente modellato, se le tecniche sono usate correttamente. Insistere con tecniche improprie, perché sono per noi più naturali a causa del nostro comportamento predatorio istintivo, farà sì che i risultati, che vogliamo ottenere sul cavallo, richiedano l’impiego di molte ore, settimane o mesi.

Il più delle volte si fallirà del tutto e di solito ci si convincerà che il cavallo “non va bene”.

Per comprendere il comportamento del cavallo

I misteri del cavallo
Robert M. Miller

grattiniÈ un libro che spiega ogni azione e reazione del cavallo da un punto di vista etologico, psicologico e comportamentale. Un libro di etologia? Non solo! L’originalità del testo sta nel fatto che affronta ogni azione e reazione del cavallo tenendo conto anche del comportamento dell’uomo e della sua psicologia. Chiarisce in modo semplice tutte le nozioni scientifiche dei meccanismi che entrano in gioco quando ci si relaziona con un cavallo aiutando così ad instaurare un canale di comunicazione corretto ed efficace per ambo le parti.

 

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Per capire come apprende il cavallo

Principi di apprendimento – il ruolo del rinforzo positivo
di Eleonora Dordoni

Principale obiettivo di questo lavoro è quello di mettere in evidenza il valore delle teorie dell’apprendimento nell’addestramento del cavallo. Al giorno d’oggi la scienza, grazie ai suoi importanti progressi, può aiutare a capire il modo in cui i cavalli pensano e reagiscono ai diversi stimoli. Il saggio analizza dettagliatamente le tecniche del rinforzo positivo e illustra i vantaggi dell’utilizzo del clicker training nel lavoro con i cavalli.

La prefazione del prof. Antonio Lucio Catalano (già Presidente del Corso di Laurea in Scienze e Tecniche Equine della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Parma)  apre il volume. Nell’introduzione il dr. Angelo Telatin  sottolinea che «questo libro contribuisce, grazie a molti esempi e a una filosofia di base, a ridurre il gap tra psicologia dell’ap­prendimento e addestramento […] Eleonora Dordoni è stata in grado, grazie alla sua abilità di tradurre in un linguaggio accessibile concetti complessi, di fare una sintesi accurata e intuitiva di cosa sia la psicologia dell’apprendimento».

Le splendide foto scattate da Giulia Basaglia impreziosiscono il volume e contribuiscono a rendere ancora più piacevole la sua lettura. Fotografa, grafica pubblicitaria e web designer, Giulia Basaglia è specializzata in fotografia equestre. Per lei riuscire a catturare il fascino dei cavalli ed esaltarne la bellezza è una vera e propria sfida con me stessa.

Questo libro permetterà al lettore di approfondire i concetti della psicologia dell’apprendimento e di acquisire nuove capacità per interagire in modo corretto con il proprio cavallo.

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