Emozione Postura Cavallo

La postura permette alla persona di rapportarsi con la gravità senza sforzo, è facile immaginare quanto possa condizionare l’attività equestre.

La ricerca della giusta tensione dei muscoli della colonna vertebrale, della gabbia toracica, del bacino, della mandibola condiziona la nostra postura, che risulta ancora più fondamentale quando ci troviamo al fianco e sopra al nostro cavallo.

Che cos’è la postura?  La concezione di postura è presente da tempi assai remoti. Pensiamo alla bellezza e alla precisione delle statue greche, in cui gli artisti riproducevano forme di posizione complesse come la torsione e inclinazione di una o più parti del corpo  preservandone la bellezza; antichi egizi , anche se non era esplicito il concetto di gravità, erano sicuramente consapevoli delle forze gravitazionali ed antigravitazionali, infatti osservando la loro arte si nota come sia presente l’introduzione di  una linea di base nei rilievi e nelle immagini e di un piedistallo nelle sculture. Agli egizi erano ben chiaro che gli esseri umani avevano un problema da risolvere, ossia la forza di gravità. Ed ancora nel pensiero egiziano la verticalità era responsabile non solo della forma della persona ma aveva anche la funzione di farle mantenere la verticalità.

“Se le parti del corpo in piedi sono ben allineate, l’asse centrale (plumb line) coincide con la forza di gravità, questa coincide con la naturale contro forza antigravitazionale creando un equilibrio di forze e quasi nessuno sforzo muscolare nello stare in piedi.”

Già da qui si comprende la differenza tra i modelli di postura e struttura, nei greci si dava più importanza al movimento negli egizi invece alla verticalità. In entrambi i casi è evidente quanto fosse importante un buon uso del corpo ed era soprattutto considerato il modello di “buona postura”. Ancora oggi è interessante notare come questo concetto sia molto presente in civiltà meno civilizzate, in cui il corpo viene utilizzato per svolgere attività quotidiane, come per le donne  rurali con pesanti brocche d’acqua o ceste sulla testa, quanta disinvoltura e grazia nei loro corpi, è affascinante osservarle nel  mantenere il controllo della postura, sia ferme che in movimento, nelle diverse varianti di condizioni: salita, discesa, terreni accidentati. Un meccanismo di controllo a cui giungono tutti gli stimoli che vengono elaborati e per un sistema naturale permettono a questi corpi di mantenere la postura consona alla situazione. Tutto questo avviene in modo automatico, e non solo ci è possibile anche svolgere altre azioni come cantare, parlare leggere.

Se ci prendiamo il tempo di osservarci nella postura in piedi notiamo che non è fissa, ma c’è una leggera oscillazione una sorta di impronta digitale della nostra stazione eretta, spesso al termine delle mie lezioni CAM-IF Metodo Feldenkrais, alcuni avvertono in modo molto evidente questo stato, allo stesso tempo una sensazione di alleggerimento del corpo e uno stato di semi-incoscienza piacevole e benefica, senza aver assunto stupefacenti o alcool. Tutto questo accade per una ragione ben precisa, il corpo acquisisce una consapevolezza che tocca le aree cerebrali superiori ed una integrazione di aree associative.

Si comprende quanto sia fondamentale la nostra postura e la sua salute.

Il corpo prevede una componente statica che si manifesta nell’architettura osteo-muscolo-scheletrica di sostegno, una componente predisposta all’azione si manifesta in un corpo che deve essere in grado di porsi in una determinata postura per effettuare un azione ed essere in grado di modificarla velocemente.

“la buona postura è quella che ti permette di iniziare un movimento in ogni direzione senza dover fare aggiustamenti preliminari” Moshe Feldenkrais

 La postura è anche mezzo di comunicazione involontario di ciò che corpo e mente vivono o hanno vissuto e rimangono nei nostri schemi di azione, atteggiamenti di aggressività o paura abitano nel corpo. La postura come mezzo di comunicazione volontario è comprensibile quanto l’azione si rifletta nella postura, possiamo pensare alla postura nelle arti recitative, o meglio ancora per stare nel campo dell’equitazione pensiamo a quanto la nostra postura volontaria condizioni la comunicazione con il cavallo. Uno stato fisico e psicologico ad ogni modo plasma il corpo e si riflette nella postura.

Il corpo diventa funzionale al lavoro. Ogni azione alla lunga influenza il sistema corporeo nella struttura, nella potenza, nella reattività. Certo il corpo si adatta, preservando una sopravvivenza, si smussano le difficoltà, le imperfezioni del gesto, ma non si raggiungerà mai quello stato di grazia, bellezza e funzionalità della portatrice d’acqua.

“un corpo ben organizzato è in grado di cambiare posizione nello spazio con il minor sforzo e la massima efficienza.” Moshe Feldenkrais

L’utilizzo del corpo di un cavaliere ha necessità di ritrovare un sistema fisiologico funzionale ed efficiente, stessa peculiarità se parliamo di un cantante, un ballerino un calciatore. La differenza sostanziale è che il cavaliere, rispetto a queste figure, al suo fianco ha un compagno, un atleta: il cavallo.

Abbiamo compreso quanto la postura nelle sue diverse forme abbia un valore per il corpo.

Tutto questo è ben chiaro alla giovane amazzone con cui ho lavorato. L. ha ricevuto delle Integrazioni Funzionali. In lei erano presenti tutti gli aspetti a riguardo del corpo postura comunicazione. Il suo corpo aveva plasmato le paure a livello diaframmatico e mandibolare, un complesso sistema muscolare che condiziona la postura, la respirazione, la fonazione. Un insieme di muscoli che coinvolgono importanti distretti funzionali: la gabbia toracica, la colonna vertebrale, l’articolazione scapolo-omerale, l’allineamento sterno-craniale. Come immaginare la sua postura come mezzo di comunicazione con il cavallo?  L. ha un conflitto di comunicazione con la sua amata cavalla, si sente intrappolata in un “non mi ascolta-non sono in grado”. L. è un amazzone con esperienza, quindi scartiamo subito il pensiero che sia al principio, il suo è un conflitto ancor più grande perché il suo corpo ha plasmato quello stato posturale. Nelle integrazioni funzionali abbiamo lavorato sull’ascolto delle parti sopraindicata e preso coscienza delle loro modalità di azione abitudinarie e sottolineo di “comfort”, già nonostante certe situazioni ci facciano male fatichiamo a lasciarle andare via per fare spazio a delle nuove, pur sapendo che si riveleranno benefiche per l’intero sistema corpo-mente.

Il diaframma ha fatto spazio ai polmoni e alla gabbia toracica, le vertebre dorso-lombari hanno riconosciuto un bacino, le vertebre cervicali hanno riconosciuto un organizzazione integrata alla mandibola riguadagnando un espressività armoniosa sul volto, il respiro più ampio i piedi ben piantati a terra.

Immaginate la gioia di L. nel lavoro con la sua cavalla e di quanto questa ne percepisca la differenza. E’ un lavoro lungo e impegnativo su di sé, ma ne vale la pena.

“cambiare e migliorare la qualità della vita dipende solo da noi”

Antonella Lioce

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Il Metodo Feldenkrais può essere insegnato esclusivamente da insegnanti diplomati a seguito di una formazione quadriennale.

Antonella Lioce
Fisioterapista dal 1987 e insegnante del Metodo Feldenkrais® dal 2001. Il suo lavoro si sviluppa nell’educare all’approccio globale dell’intero organismo, una “fisioterapia biomodulare”. Negli ultimi anni ha sviluppato un attenzione specifica sul benessere e sui bisogni delle persone a 360°. Amante dei cavalli da sempre, si è avvicinata in maniera attiva e costruttiva al mondo dell’equitazione. Sperimenta in prima persona i benefici del Metodo Feldenkrais® a cavallo. Condivide le proprie competenze ed esperienze sia in ambito individuale che di gruppo con tutti i cavalieri/amazzoni principianti e avanzati. Attraverso lezioni individuali di gruppo ha aiutato cavalieri/amazzoni afflitti da dolori, cattive abitudini e ansie a migliorare le proprie abilità equestri. Tiene Lezioni in tutta Italia.

 

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