posizione delle dita

La posizione delle dita e il loro ruolo

L’equilibrio del cavaliere poggia sulle dita. Ignorare la posizione delle dita compromette l’armonia con il cavallo.

Molti cavalieri non si rendono conto di quanto il loro equilibrio dipenda dalle loro dita.  Sottovalutano quanto queste intervengano nel ristabilire l’assetto. Se le dita sono rigide anche tutta la mano si irrigidisce e impedisce al cavallo di utilizzare, senza essere infastidito, l’incollatura. Inoltre, esercitano un forte dolore alla sua bocca.

Infatti, le dita contribuiscono all’equilibrio del cavaliere in sella. Stabilizzano la mano e aiutano a mantenere una posizione corretta. Utilizzando le dita in modo adeguato, il cavaliere può bilanciare il proprio peso e distribuirlo in modo corretto.

Alcuni cavalieri credono che la “mano morbida” derivi dal tenere in modo lento le redini.

Un cavaliere che tiene le redini allentate tra le dita non è un cavaliere con buone mani, ma semplicemente un cavaliere che rischia di farsi strappare le redini dal cavallo.

Le dita devono essere chiuse tanto basta per evitare che le redini scivolino. Con le redini il più vicino possibile alle nocche, la mano può essere lasciata quasi semi aperta, il che va bene finché funziona – e più a lungo funziona, meglio è – perché l’ultima cosa da irrigidire dovrebbero essere le dita.

(Piero Santini, Principi Fondamentali del Sistema Naturale, Zoraide editore, 2021, p. 55)

Il pugno non deve rimanere ben chiuso. Una simile posizione toglie sensibilità e funzioni alla mano. Anche le dita troppo aperte non vanno bene. Alcuni cavalieri tendono a far scivolare le redini tra le dita quando cercano di essere morbidi, ma questa abitudine richiede un po’ di pratica.

Le dita devono rimanere rilassate e il pugno leggermente aperto, con il pollice appoggiato sulla redine. Il pollice che si appoggia sulla redine aiuterà il cavaliere a mantenere e regolare la lunghezza ottimale della redine.

Le dita sono quindi sono responsabili di tenere le redini in modo corretto. Una presa corretta consente al cavaliere di comunicare in modo chiaro e sottile con il cavallo attraverso l’azione delle redini.

Le dita sono estremamente sensibili. La loro sensibiltà consente di percepire le sottili risposte del cavallo alle richieste del cavaliere. Quindi è possibile adattare la pressione sulle redini di conseguenza. Ciò consente una comunicazione fluida e sottile tra cavaliere e cavallo.

Avere il pollice sulla redine è anche una questione di sicurezza

Infatti, se il cavallo dovesse tirare improvvisamente le redini, la mano del cavaliere si chiuderà di riflesso. Ciò permetterà di mantenere una buona presa sulle redini. Al contrario, se il pollice non è sulla redine, c’è il rischio che in una situazione improvvisa le redini scivolino attraverso la mano e diventa più difficile controllare la situazione.

Utilizzando le dita, il cavaliere può fornire impulsi e segnali specifici al cavallo attraverso le redini. Questi impulsi possono essere utilizzati per chiedere al cavallo di rallentare, accelerare, girare o eseguire determinati movimenti. La precisione e l’efficacia dei segnali dipendono dalla capacità del cavaliere di utilizzare le dita in modo coordinato e controllato.

È importante sottolineare che l’uso delle dita nell’equitazione deve essere delicato e rispettoso nei confronti del cavallo. Una presa eccessivamente rigida o brutale può causare disagio e dolore al cavallo. Inoltre compromette la comunicazione e l’armonia tra cavaliere e animale.

Il cavaliere dovrebbe sempre cercare di mantenere una presa morbida e leggera, utilizzando le dita in modo delicato ed educato per guidare il cavallo.

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Piero Santini, Principi Fondamentali del Sistema Naturale, Zoraide editore, 2021, pp. 45-48



Sistema NaturalePrincipi Fondamentali del Sistema Naturale
Piero Santini

Piero Santini fu discepolo del capitano Federico Caprilli e maggiore della cavalleria italiana. In questo testo, un classico della letteratura equestre, Santini, con un linguaggio semplice e dettagliato, introduce, spiega e promuove il Metodo Italiano e l’assetto in avanti.

Si rivolge sia ai cavalieri principianti che ai cavalieri esperti e agli istruttori. I primi saranno aiutati a fissare i principi di base prima di prendere qualsiasi parte attiva in un campo all’aperto o in una competizione. I cavalieri esperti troveranno molti contenuti e spunti di riflessione per migliorare la loro tecnica. Gli istruttori, che, a beneficio dei loro allievi, desiderano condensare e semplificare i concetti di base dell’equitazione all’aperto e del sistema naturale, ne trarranno una risorsa incredibile. Il testo è composto da 22 capitoli e un’appendice. Include numerose fotografie ma anche disegni e diagrammi a scopo didattico.

Piero Santini (1881-1960). Cavaliere di grande esperienza e reputazione internazionale. Fu un autore molto rispettato. Espose per la prima volta in lingua inglese, il rivoluzionario “sistema di equitazione naturale”. Ciò gli portò una fama immediata. Di padre italiano e madre americana, Santini parlava e scriveva inglese come seconda lingua. Tra le sue opere si annoverano 5 libri, tra cui “Learning to Ride”, “The Forward Impulse” e “Riding Reflections”. Ha inoltre tradotto e curato gli articoli di Caprilli.

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