benessere dei cavalli

La storia del benessere dei cavalli

L’attenzione al benessere dei cavalli, come è iniziato? Come ha incominciato a interessare le persone? Qual è la sua storia?

Non si sa con esattamente come e quando si intuì che il cavallo potesse soddisfare bisogni che andavano oltre la pura sussistenza. Tutto potrebbe essere iniziato con un rito sciamanico o con una bravata adolescenziale. Comunque sia andata, qualcuno dotato di grande coraggio salì in groppa a un cavallo cambiando le sorti dell’umanità.

Il cavallo ha completamente modificato il nostro senso della distanza e della velocità. Ci ha portato avanti nello spazio e nel tempo. Ha ridotto le distanze del nostro mondo.

Il cavallo divenne l’orgoglio di re e conquistatori, il giocattolo preferito dei bambini. Poi è stato un compagno inseparabile di attori che resero famosi i film western. E ancora, un soggetto sfruttato nella pubblicità per la sua velocità, resistenza e potenza.

Oggi, i cavalli sono amati da molte persone per la loro sensibilità, lealtà e bellezza. Inolte, svolgono un ruolo importante nello sport, nella vita quotidiana di molte persone e nella terapia. L’ippoterapia, infatti, sfrutta l’interazione tra uomo e cavallo per migliorare il benessere fisico o emotivo delle persone.

Nonostante ciò, ci sono persone che maltrattano i cavalli. Tracurano il loro benessere e causano sofferenza all’animale.

Il benessere del cavallo è un concetto emerso solo negli ultimi secoli. Durante il XVII secolo, le credenze religiose e filosofiche occidentali sugli animali ritenevano che essi non provassero dolore.  Questa idea seguiva la teoria di Cartesio (1596-1650) dell’animale macchina. Il filosofo e matematico francese riteneva infatti che gli animali fossero macchine pure e semplici. Quindi erano solo una realtà corporea priva di ogni sensibilità. Da ciò ne conseguiva che, se l’animale era solo una macchina, si poteva operare legittimamente sul suo corpo, senza scrupoli.

Mentre, nelle culture islamiche, le persone avevano un grande rispetto per i cavalli.

Dal Medioevo fino al XIX secolo, la morte di un cavallo era considerato un evento comune trascurabile.

Le idee cominciarono a cambiare con la fondazione della Society for the Prevention of Cruelty to Animals.

La Society for the Prevention of Cruelty to Animals (In Italia, SPCA ITALIA Protezione Animali) è il nome comune che identifica le organizzazioni senza scopo di lucro che si occupano del benessere degli animali in tutto il mondo. La più antica organizzazione SPCA è la RSPCA, fondata in Inghilterra nel 1824. Le organizzazioni SPCA operano indipendentemente l’una dall’altra, si battono per il benessere degli animali e danno assistenza nella prevenzione dei casi di crudeltà nei confronti degli animali.

Nel 1877 fu pubblicato un romanzo dal titolo Black Beauty – Autobiografia di un cavallo (Black Beauty: The Autobiography of a Horse) o anche conosciuto come Black Beauty, a firma di Anna Sewell. L’opera poneva l’accento sulle crudeltà a cui erano spesso sottoposti i cavalli nell’età vittoriana. Il romanzo ebbe un enorme successo (ad oggi si contano oltre 50 milioni di copie vendute nel mondo e risulta uno dei libri più venduti di tutti i tempi) e grazie a quest’opera il tema della protezione dei cavalli entrò a far parte delle conversazioni quotidiane.

Questo dibattito si intensificò e si diffuse in tutti gli Stati Uniti e in Europa nel secolo successivo. In seguito sono state approvate varie leggi per proteggere i cavalli dagli abusi e le questioni presentate portarono alla sensibilizzazione pubblica per i cavalli e il loro benessere.

Nel corso del XX e XXI secolo, si sono verificati enormi cambiamenti nel modo in cui le persone vedono i cavalli e li trattano.  Ciò ha portato a movimenti contro la macellazione e associazioni che mirano a proteggere gli animali dagli abusi. Oggi esistono numerose associazioni con le proprie linee guida e procedure sul salvataggio dei cavalli.

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