L’istruttore di equitazione non insegna solo tecnica equestre, ma guida i suoi allievi anche lungo il cammino della vita, trasmettendo valori e virtù che renderanno non solo cavalieri migliori, ma anche migliori esseri umani.
L’istruttore di equitazione può fare la differenza tra una esperienza piacevole e sicura o un’esperienza frustrante e pericolosa. Tuttavia, la sua importanza, nel bene o nel male, va oltre l’insegnamento delle tecniche di equitazione.
In scuderia «si faceva chiamare J e lui, J, era per tutti.
Ed io? Io ero la sua ombra. […]Lo odiavo quando mi lasciava così. Sospeso tra un sì e un no, funambolo su una corda sospesa nel vuoto. O forse, quello che me lo faceva odiare di più, era la consapevolezza che lui sapesse già da che parte sarei caduto, perché lui non faceva domande se non era sicuro delle risposte».
[Da “L’incontro” da Un dono da ogni cavallo di Massimo Pierini, zoraide editore, 2018, p. 10]
Un sentimento di amore e odio verso l’istruttore di equitazione è comune. Chi non l’ha mai provato?
L’ istruttore…la persona che ha iniziato ad insegnarci le basi dell’equitazione, come la corretta posizione in sella, il modo di tenere le redini e la comunicazione con il cavallo. Colui che ci ha introdotto all’alimentazione, all’igiene e alla cura del cavallo. Colui che ci spiega l’importanza di una corretta gestione del cavallo, come ad esempio la pulizia delle stalle e dei box anche se poi all’inizio, qualche volta o forse spesso, abbiamo storto il naso.
L’istruttore di equitazione lavora sia con gli animali che con le persone, il che richiede un delicato equilibrio. Per questo motivo un buon istruttore va oltre la tecnica e insegna anche la sicurezza in sé stessi e il rispetto per il cavallo. Spesso, diventa un mentore e un punto di riferimento per il proprio allievo. Trasmette valori come la disciplina, la perseveranza e il rispetto per gli altri e per sé stessi, e ispira l’allievo a diventare un cavaliere migliore, e, di conseguenza, una persona migliore.
Insegnare è una vocazione e un dono che richiede molta concentrazione, sforzo e una grande passione. Questo è particolarmente vero per gli istruttori di equitazione, che devono essere fisicamente e mentalmente forti per fare il loro lavoro. Senza passione, è facile cadere nella superficialità.
Un buon istruttore di equitazione deve capire come le persone imparano, come incoraggiare e allo stesso tempo sfidarle a superare i propri limiti. Piuttosto che essere semplicemente un esperto che dà consigli, un buon istruttore deve integrare più discipline per costruire abilità e fiducia in modo graduale, in modo che le lezioni abbiano i massimi benefici fisici e psicologici.
L’istruttore, però, deve essere sempre onesto e diretto, correggendo immediatamente gli errori dei propri allievi e evidenziandone i difetti.
Da parte dell’allievo non ha senso offendersi, irritarsi e non accettare la sua opinione. L’istruttore è lì per insegnare.
È comune provare un po’ di risentimento verso gli istruttori quando ci correggono continuamente, ma questo sentimento è spesso irragionevole.
Questo sentimento di irritazione emerge quando, nonostante gli sforzi, non si riesce a fare ciò che viene richiesto. Ma bisogna capire che l’istruttore non è una divinità infallibile. In realtà, è probabile che stia cercando di evitare di trasmettere ai suoi allievi i suoi stessi difetti.
Se lo teniamo presente qualsiasi sentimento di ribellione scomparirà se si comprende che l’istruttore agisce solo per il nostro bene.
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Massimo Pierini
Un dono da ogni cavallo
zoraide editore
Un dono da ogni cavallo
È un libro che parla di cavalli e di uomini. Il testo si compone di tre storie che raccontano di un ragazzo che cresce in una valle sperduta e che impara a coniugare gli insegnamenti del passato con la sua esperienza personale e le esperienze più moderne in campo etologico e addestrativo.
Per Maria Cristina Magri di #cavallomagazine, Massimo con il suo libro ha messo in luce «l’aspetto poco illuminato» del lavoro e dei sentimenti dell’addestratore che per mesi e mesi lavora con un cavallo per risolvere problemi difficili, instaura con lui un legame stretto come un nodo «e poi arriva qualcuno che prende il cavallo, lo carica su un van», se lo porta via e con molta probabilità non lo incontrerà mai più.
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