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Il cambiamento climatico e la sverminazione dei cavalli

Il cambiamento climatico già pone una serie di note minacce per la salute dei cavalli ma può influenzare anche il modo in cui li sverminiamo.

Il cambiamento climatico non è solo una giornata calda o una tempesta insolitamente forte. Riguarda le alterazioni costanti e a lungo termine del clima. Ormai ci sono Estati più calde e inverni più freddi. Poi non è insolito affrontare tempeste più forti, inondazioni più frequenti esiccità più lunghe. Questi eventi sono tutti indicatori del cambiamento climatico generale.

Dagli eventi meteorologici estremi all’aumento dell’incidenza di alcune malattie, il cambiamento climatico pone una serie di ben note minacce alla salute dei cavalli.

Se le temperature medie globali continuano ad aumentare potrebbero interessare il modo in cui sverminiamo i cavalli. Infatti, il cambiamento climatico potrebbe accrescere lo sviluppo della resistenza ai vermifughi da parte dei parassiti interni comuni ai cavalli.

Una nuova ricerca ha aggiunto quest’ultima preoccupazione alla lista dei problemi

Lo studio è stato condotto in modo congiunto dal Grasslands Research Center in Nuova Zelanda e dall’Università del Kentucky.

Nel dettaglio, i ricercatori hanno utilizzato modelli e simulazioni al computer per prevedere le diverse influenze.  Hanno osservato che i cambiamenti climatici potevano influenzare il ciclo di vita dei citostomi (parassiti interni comunemente noti come piccoli strongili). Quindi hanno valutato cosa ciò poteva significare. La loro conclusione è stata lo sviluppo della resistenza agli antielmintici, farmaci usati nella medicina umana e veterinaria per eliminare svariati tipi di vermi.

Le simulazioni hanno fornito previsioni fino all’anno 2100. Hanno mostrato che le tendenze climatiche porterebbero a periodi più lunghi di clima più caldo e umido. Questo clima è ideale per la riproduzione dei parassiti. Ciò, a sua volta, indurrebbe i cavalli a portare carichi di parassiti più grandi.

Di conseguenza, veterinari e proprietari di cavalli dovrebbero affrontare un aumento del carico di vermi. La loro soluzione consisterebbe in una maggiore frequenza dei cicli di sverminazione. Reazione che, invece, secondo i ricercatori, bignorebbe evitare. Peggiorerebbe solo le cose.

Infatti, l’aumento dei cicli di sverminazione può causare resistenza a causa di mutazioni genetiche casuali. Queste consentono ai singoli vermi di resistere agli effetti di alcune classi chimiche di vermifughi. Sono mutazioni relativamente rare. Tuttavia, l’uso eccessivo e indiscriminato dei vermifughi ucciderebbe i vermi sensibili. Rimarrebbero solo quelli resistenti. Questi a loro volta si riprodurrebbero. I vermi resistenti diventerebbero una parte crescente della popolazione. Il risultato sarebbe un aumento del numero di vermi invulnerabili.

Alla fine, ci si ritroverebbe con una grande percentuale di parassiti resistenti a quella particolare classe chimica di farmaci. I vermifughi diventerebbero effettivamente inutili in quell’area geografica per decenni.

I ricercatori suggeriscono una terapia selettiva, in cui solo alcuni cavalli vengono trattati (in base alla conta delle uova fecali).

È importante che gli allevatori inizino a pensare in modo diverso al controllo dei parassiti. Sarebbe una soluzione per proteggere l’efficacia dei farmaci disponibili.

Foto di Christian Klein da Pixabay

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